“Il Veneto avrà le restrizioni che dovrà avere rispetto alla condizione epidemiologica. È bene ricordare però fino in fondo che rispetto a questo, se guardiamo il tasso di ospedalizzazioni cio sono 5 regioni che hanno un tasso di ospedalizzazioni più alto del Veneto e delle quali non si parla.” Così il Presidente della Regione Veneto Luca Zaia , durante il  punto stampa nella sede della Protezione Civile di Marghera.

Intanto i contagi sono stati in leggero calo ma, come ha sempre ribadito il governatore: ‘Non bisogna abbassare la guardia’. Per il top manager , il problema sono i comportamenti dei cittadini, che non devono aspettare la zona rossa per comportarsi con rigore. ‘Vedo persone senza mascherina o che la portano male’.

Riguardo il confronto Stato-Regioni, il governatore Luca Zaia ha detto ai giornalisti: “Abbiamo parlato sui temi delle classificazioni, da tutti i colleghi si è chiesto che la strategia sia di una voce univoca sulle misure. Siamo ancora nella fase del ‘riscaldamento a bordo campo’ per il nuovo Dpcm. Iss decide la colorazione dell’area, ma non è possibile che un attimo dopo vi sia dibattito su tutto – aggiunge Zaia -. C’è chi vuole il lockdown, chi la zona gialla, chi le scuole aperte, chi le vuole chiuse, ma ci vuole un punto di sintesi scientifico”.

“Il Veneto ha i suoi problemi, certo c’è una forte pressione ospedaliera, ma non è il lazzaretto d’Italia. Questa faccenda del numero assoluto di positivi è una farsa: certo, noi facciamo più tamponi e troviamo più positivi: non possiamo paragonare il Veneto che fa 60mila tamponi al giorno con chi ne fa solo 400.  – ha tenuto a sottolineare Zaia – E per quanto riguarda il tasso di ospedalizzazione il Veneto è al quinto posto dietro ad altre quattro regioni”.

La voce dell’opposizione

“Continuare a polemizzare sul colore delle zone, come sta facendo ancora Zaia, è sbagliato e irresponsabile. Sbagliato perché la zona rossa non va vista come una penalizzazione, bensì come l’unico strumento fin qui efficace per contenere la diffusione del virus. Irresponsabile perché l’unica preoccupazione deve essere salvare la vita e la salute dei veneti, e non la propria e personale immagine pubblica”. La presa di posizione arriva dalla vice capogruppo del Partito Democratico Vanessa Camani, a proposito della possibilità ipotizzata dal Governo di inserire il rapporto tra numero di contagi e popolazione tra i parametri che potrebbero far scattare ulteriori restrizioni.

“Un indicatore – prosegue la consigliera – che secondo Zaia, penalizzerebbe chi effettua più tamponi con l’effetto di scoprire maggiori casi di contagio. Si vuole contrapporre lo ‘Stato cattivo’, che impone i divieti, al ‘presidente buono’, che al massimo fa una ramanzina sugli assembramenti. Senza mai prendere una decisione e scaricando tutto su Roma. Zaia pensa solo al consenso e a calcoli elettorali”.

“Ai tanti contagi sono collegati i numeri drammatici di ricoveri e decessi. Come Partito Democratico abbiamo lanciato l’allarme da tempo, avanzando proposte precise: un sistema di restrizioni per rallentare la curva dei contagi, un piano di ristori regionale, come sta già avvenendo altrove, un richiamo chiaro a tutti i cittadini a comportamenti responsabili. E, ancora, in ambito sanitario: utilizziamo a pieno regime i ‘Covid Hospital’ mantenendo altri presidi sanitari per tutte le patologie attualmente non curate; rendiamo operativi gli ex ospedali chiusi per accogliere i pazienti Covid nella fase post-acuta; impieghiamo i test rapidi di vecchia generazione esclusivamente per gli screening generalizzati ed affidiamoci a quelli molecolari per i soggetti a rischio. Infine, per quanto riguarda il personale sanitario, ormai stremato, procediamo velocemente con nuove assunzioni. Le nostre proposte – conclude Vanessa Camani – sono da settimane sul tavolo, sempre inascoltate, sacrificate sull’altare del consenso da primo della classe”.

 

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