AltoVicentinOnline

Zugliano. Marito e moglie si laureano nello stesso giorno: “Ad honorem per l’impegno sociale”

Quando l’amore e l’impegno di due genitori ripagano, seppure in minima parte, il calvario quotidiano nella cura del proprio figlio disabile, mettendosi in prima linea anche per i figli degli altri, nella difesa dei diritti dei malati.

Chiara Sacchetto 61 anni e Girolamo Carollo 64 anni, moglie e marito di Zugliano, si laureano lo stesso giorno in scienze sociali, ricevendo dalle mani di monsignore  Anatolio dell’Accademia Sancta Fidelis, il titolo accademico onorifico honoris causa, per meriti sociali che da più di 20 anni li vedono impegnati nel volontariato e tra le persone sofferenti.

 

“Anteporre le sofferenze altrui ai propri interessi”
Non chiusi nell’aula di un ateneo,  Chiara e Girolamo hanno compiuto il loro percorso accademico tra le mura di casa, assistendo in ogni minuto il figlio trentaquattrenne Valerio, che 17 anni fa la ‘chornic fatigue syndrome’ (Cfs) lo destinò, da una vita di brillante e vivace ragazzo, all’invalidità totale rendendolo ‘invisibile’ agli occhi della società.
Una vita quotidiana di tribolazioni  che li ha resi due persone speciali , forti e determinate oltre ogni limite, che vede momento di sospiro nel riconoscimento ad honorem per il loro lavoro profuso in ambito sociale: Chiara per il volontariato e Girolamo sulla sofferenza.

“Non credo succeda spesso che moglie e marito si laureino lo stesso giorno– spiega Girolamo – E’ stato bellissimo ed emozionante. Ringraziamo per questo nostro importante obiettivo: Casa Insieme di Thiene, Centro Servizi Volontariato di Vicenza e l’associazione Cfs di Pavia, tutti i medici, infermieri che ci hanno dato fiducia ed aperto le loro porte, infine la Accademia Sancta Fidelis che ci ha reso questo grande onore”.

Gioia ed euforia che meritatamente la fanno da padrona in casa Carollo, di ritorno da Castello di Torre dei Picerni nel comune di San Lorenzo dove hanno ricevuto il prezioso riconoscimento.

Fiocchi rossi sui terrazzi della loro casa, per ‘gridarlo’ a tutti che l’amore e l’impegno di Chiara e Girolamo non è mai passato inosservato.
Due rocce rotolate in un calvario, che hanno trovato la forza di rialzare la testa, pur sotto il peso della grave diagnosi della malattia rara di Valerio, decidendo di sfruttare tutte le conoscenze mediche e di legge della loro battaglia contro la Cfs, mettendole a disposizione di altre persone.

 

Cfs Veneto di Chiara e Girolamo
Per questo un anno fa hanno dato vita all’associazione Cfs Veneto, che solo in Veneto segue più di trenta casi, di cui otto nel vicentino, che dal 1° agosto di quest’anno rientra nel registro regionale delle associazioni di volontariato.
“Il nostro scopo è di informare, portare quanta più conoscenza possibile sulla sindrome da stanchezza cronica, dai sintomi della malattia ai diritti dei malati – ci spiegavano  Girolamo e Chiara solo un paio di mesi, mentre si facevano letteralmente in quattro tra assistere il figlio, portare avanti la loro creatura ‘Cfs Veneto’ e la tesi di laurea – Abbiamo preso un impegno con noi stessi e per nostro figlio, ma soprattutto per le tante famiglie che in Veneto e nell’alto vicentino si sentono schiacciati dalla paura e dalla disperazione che una malattia invalidante, ancora così poco conosciuta come la Cfs, porta nelle loro vite”.

 

“Dalla sofferenza si può trarre insegnamento”
Un percorso non semplice, come scritto nell’ultima pagina della tesi di Girolamo: “La sofferenza è parte della vita e se ne può trarre insegnamento. L’incapacità a volte di farne fronte, il senso di impotenza, frustrazione, il capire di non comprendere, non essere compresi o, peggio, sentirsi derisi .. per quanto possibile non deve succedere ad altri. Per giungere a questo ho dovuto imparare a sminuire l’ ‘Io’ e fare crescere il ‘Noi; a scoprire l’umiltà per avere contatto con la realtà e con le cose vere della vita”.

Un impegno che li ha portati a salire la breve scalinata del Castello di Torre dei Picerni, per vivere un’emozione che inorgoglisce non solo i familiari ed gli amici, ma anche chi ha avuto l’onore e la fortuna di conoscerli, capendo quanto amore e  forza umana possono nascere dal dolore.

Paola Viero