“L’orso M4 non si cerca più a causa della morte dell’orsa Daniza. I forestali hanno approfittato di questo caso per colmare le proprie incapacità”. Con queste parole il presidente provinciale di Coldiretti, Martino Cerantola, ha commentato lo stop alle ricerche di M4, l’orso che quest’estate ha ucciso svariati capi di bestiame tra le malghe dell’Altopiano suscitando paura e rabbia tra gli allevatori e i loro rappresentanti istituzionali. Da tempo Coldiretti chiede che l’orso dell’Altopiano di Asiago venga catturato e spostato, per consentire ai malgari di esercitare la loro attività senza subire ulteriori danni economici e morali, che andrebbero a sommarsi ai danni di una stagione resa difficile già dal maltempo costante.

 

Avanti con la cattura di M4 quindi per Coldiretti, senza usare il tragico caso di Daniza (mamma orsa uccisa in Trentino per errore da una potente dose di sonnifero) come alibi per evitare il rischio di uccidere il secondo plantigrado in poco tempo.

“Apprendiamo con stupore la decisione dei vertici del Corpo Forestale dello Stato di sospendere le ricerche dell’orso M4 dopo il grande clamore suscitato dalla morte di Daniza – ha commentato Cerantola – Fermo restando il profondo dispiacere per le circostanze che hanno portato alla morte dell’orsa trentina e che sono in via di chiarimento da parte delle autorità competenti, riteniamo opportuno che non venga interrotta l’attività di ricerca e monitoraggio di M4. In due mesi e mezzo il lavoro dei forestali sull’Altopiano non è stato proficuo – ha continuato – e non sono riusciti a dar seguito all’installazione del radiocollare autorizzata dal Ministero per il monitoraggio degli spostamenti dell’animale. Ciò che emerge, purtroppo, è la scarsa propensione dei vertici del Corpo Forestale dello Stato di assumersi responsabilità, con conseguenze che si riflettono sulla collettività e, nel caso dell’orso che sull’Altopiano ha predato una trentina di tra vacche, vitelli, asini e pecore, si ripercuotono anche sugli allevamenti che generano economia in un’area altrimenti destinata all’abbandono”.

Un abbandono sul quale, secondo Cerantola, si rifletterà a lungo a partire dalla prossima stagione monticato ria, quando ipotizza che molti malgari non riapriranno le loro attività creando danno per il territorio. Il presidente provinciale di Coldiretti tuona ancora una volta sui forestali colpevoli, a suo dire, di non essersi mai prodigati nell’effettuare un’attività di ricerca accurata. “Trasferire l’eventuale responsabilità sulla Provincia, attraverso la competente squadra di Polizia, come hanno annunciato i Forestali – ha concluso Cerantola – denota l’esclusiva volontà di trasferire ad altri le proprie responsabilità e l’incapacità di proporre delle soluzioni allo specifico problema che perdura da mesi. Si dovrà aprire una discussione più ampia, nelle sedi opportune affinché il personale dirigente, da cui dipende l’attività nei territori, svolga i propri compiti con maggior senso etico e di responsabilità, senza perdere di vista il bene della comunità e delle aziende che ne fanno parte integrante e contribuiscono al suo sviluppo”.

 

Anna Bianchini

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia