“Un pioniere. Un visionario. Un uomo che ha fatto di ‘Scarpa’ la sua ragione di vita”. Da un laboratorio artigianale tra le colline italiane, ‘Scarpa‘ è cresciuta fino a diventare “un punto di riferimento mondiale per chi ama la montagna, il suo sogno ha ispirato generazioni di appassionati in tutto il mondo”.
Francesco Parisotto “ lascia il ricordo di un veneto che con i suoi fratelli coronò la visione imprenditoriale di un artigiano, destinata a portare l’Asolano e la nostra regione nel mondo”: con queste parole il presidente della Regione del Veneto, Luca Zaia, ha espresso il cordoglio per la morte a 98 anni dell’imprenditore, deceduto nei giorni scorsi. “Una figura centrale dell’imprenditoria veneta che ha fatto raggiungere all’azienda ‘Scarpa’ un posto d’estremo rilievo nel mercato internazionale delle calzature di qualità per un settore che allora poteva sembrare di nicchia come l’outdoor e in particolare la roccia, l’alta quota, il trekking, lo sci alpinismo”, aggiunge Zaia.
Col suo quasi un secolo di vita “è stato testimone, protagonista e artefice di quel progresso che ha fatto crescere il Veneto nei decenni del dopoguerra, un padre nobile del distretto della calzatura sportiva, un vero modello di quella generazione che, in tempi in cui la speranza era un lusso, ha disegnato con intuito e operosità tipica della nostra gente un futuro di lavoro e benessere. In questo momento di dolore esprimo le condoglianze mie e della Regione a tutti i suoi familiari, ai suoi collaboratori e a chi gli ha voluto bene”.
La scomparsa di Francesco Parisotto “segna la perdita di un grande protagonista dell’industria veneta. Con i fratelli Luigi e Antonio ha saputo trasformare Scarpa da piccola realtà artigiana a marchio globale, punto di riferimento per l’innovazione e la qualità nel settore delle calzature outdoor. Un modello d’impresa capace, autentico, fortemente radicato nel territorio e al tempo stesso in grado di guardare lontano, oltre le generazioni”, aggiunge della presidente di Confindustria Veneto Est, Paola Carron.
Ha saputo trasmettere ai figli Sandro e Cristina “la stessa passione per l’azienda e per i valori che l’hanno resa unica, vincendo con intelligenza e sensibilità la sfida del passaggio generazionale”.
