“Nelle zone che non sono focolaio del virus non si giustifica la chiusura delle attività scolastiche”, ha detto il premier Giuseppe Conte durante una conferenza stampa nella sede della Protezione civile, sottolineando che l’Italia è stata divisa in 3 zone: quelle focolaio, dove valgono le misure restrittive varate, un secondo livello “che si estende alle aree circostanti che presentano episodi da contagio indiretto” e un terzo livello che riguarda il resto d’Italia. E qui “sicuramente non ha ragione di esistere la sospensione si attività scolastiche”.

“Nel contrasto contro il coronavirus avremo quindi tre linee di condotta: una per le aree epicentro, i 10 comuini del Lodigiano e Vo Euganeo, un secondo che si estende alle aree circostanti che presentano episodi da contagio, e la terza tutta la restante parte dove non c’è motivo di adottare misure severe e restrittive ma misure di cautela”, precisa il premier.

“L’Italia, grazie al suo sistema sanitario d’eccellenza e ad una politica sanitaria di massima tutela e rigore, può mandare i suoi cittadini in giro tranquillamente”, ha aggiunto sottolineando che questo è “il messaggio che vogliamo mandare all’Unione Europea e al mondo”.

“Sarebbe ingiusto che arrivassero limitazioni da parte di stati esteri. Non lo possiamo accettare. I nostri concittadini possono partire sicuri, per loro e per gli altri”.

“Avevamo annunciato in sede di verifica una cura da cavallo, una terapia d’urto per l’economia: stiamo varando misure per il rilancio del sistema economico, l’emergenza coronavirus ci dà maggiore determinazione. Chiameremo a raccolta tutte le forze del Paese, dimostreremo agli occhi del mondo che da un’emergenza l’Italia può uscire a testa alta”.

“L’impatto economico del coronavirus sarà maggiore e richiede misure più incisive”, ha ribadito Conte. Dopo le prime misure già decise il governo “ritornerà sulla questione con altri provvedimenti e altri stanziamenti. Nessuno può pensare che ci accontenteremo delle misure prese”, ha aggiunto.

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