Il conto alla rovescia è iniziato. Secondo un nuovo studio scientifico, i ghiacciai delle Alpi europee raggiungeranno il picco di scomparsa già entro otto anni, con oltre cento corpi glaciali destinati a dissolversi completamente entro il 2033. Poco dopo toccherà agli Stati Uniti occidentali e al Canada, dove la perdita annua potrebbe superare gli 800 ghiacciai nello stesso arco di tempo.

Gli attuali impegni climatici dei governi porterebbero a un aumento della temperatura globale di circa 2,7 gradi rispetto all’era preindustriale. In questo scenario, la perdita di ghiacciai raggiungerebbe un picco di circa 3.000 all’anno intorno al 2040, mantenendosi su quel livello fino al 2060. Entro la fine del secolo, l’80 per cento dei ghiacciai oggi esistenti sarebbe scomparso.

Uno scenario più ambizioso, con tagli rapidi e profondi alle emissioni per limitare il riscaldamento a 1,5 gradi, non fermerebbe del tutto il processo ma ne ridurrebbe l’impatto. Le perdite annuali arriverebbero a circa 2.000 ghiacciai nel 2040, per poi iniziare a diminuire negli anni successivi.

Il nuovo studio, pubblicato su Nature Climate Change, si distingue perché non si concentra solo sul volume di ghiaccio perso e sul contributo all’innalzamento del livello del mare, ma sul numero di ghiacciai destinati a scomparire.

Lo studio ha analizzato oltre 200.000 ghiacciai utilizzando dati satellitari e tre diversi modelli climatici. Le regioni più vulnerabili risultano quelle con ghiacciai piccoli e già in rapido ritiro. Negli Stati Uniti occidentali e in Canada, compresa l’Alaska, le perdite potrebbero raggiungere il 70 per cento nello scenario più favorevole e superare il 90 per cento in quello più caldo. Anche il Caucaso e le Ande meridionali sono indicati tra le aree a rischio maggiore. I grandi ghiacciai, come quelli della Groenlandia, impiegheranno più tempo a ridursi, ma continueranno a perdere massa anche oltre il 2100.

Per i ricercatori, le date di massimo declino non sono solo indicatori statistici. Rappresentano punti di svolta con conseguenze profonde per ecosistemi, risorse idriche e patrimoni culturali.

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