AGI – Sui dazi è Donald Trump ad avere “deciso il terreno di gioco. Lo ha deciso e lo sta decidendo lui. D’altronde, oggettivamente il soggetto politico americano dimostra di essere una grande potenza, il soggetto politico europeo grande potenza ancora non lo è visto anche le differenti reazioni che si sono avute alle diverse capitali europee rispetto al preaccordo e all’accordo e al post accordo”. E’ l’analisi del ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, in collegamento con il Festival della Lega a Cervia.
Le regolamentazioni europee
“Si tratta ancora per escludere dei settori”
“Onestamente l’accordo politico” sui dazi americani “è un accordo politico come cornice, un accordo quadro come si potrebbe dire: ogni giorno un dettaglio dell’elemento viene disvelato e al momento attuale si tratta ancora per escludere settori, situazioni e alla fine, soltanto alla fine, si potrà fare un bilancio, soprattutto tarato sul nostro tipo di economia, l’economia italiana”, spiega ancora il ministro dell’Economia.
“Quindi non è banale se alcuni prodotti agricoli siano ricompresi o non siano ricompresi; non è banale come verranno trattati i prodotti farmaceutici. E ricordo che il settore della farmaceutica è il settore industriale di maggiore sviluppo in questo momento in Italia”. Per Giorgetti, “Trump ha giocato la sua partita di poker da abile giocatore e quindi una cosa è sicura: ha massimizzato gli interessi degli americani, dell’economia americana. E’ stato eletto con lo slogan America First e sta rispettando quello che è il mandato che gli elettori gli hanno dato. Ecco, la domanda è se l’Europa risponda esattamente agli interessi degli europei, dell’economia europea. Questo è un altro tipo di discorso sicuramente. L’Europa fa un po’ più di fatica, questo mi sembra abbastanza evidente”.
Risposte europee e flessibilità del Pnrr
“Sarebbe opportuno che anche l’Europa in qualche modo valuti delle risposte europee o comunque approcci con maggiore flessibilità agli strumenti come il Pnrr su cui noi stiamo facendo una riflessione: perché ricordo – conclude il ministro – che entro l’autunno ci sarà l’ultima revisione dell’attuale piano in cui noi faremo anche delle scelte, magari spostando le risorse esattamente dove c’è maggiore necessità e urgenza e auspichiamo che questo tipo di approccio flessibile l’Europa lo condivida, visto la situazione che stiamo oggettivamente vivendo”.
