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In Veneto stop alle vie intitolate ai criminali di guerra e fascisti

In Veneto vie, piazze, monumenti e lapidi non potranno più essere intestati a chi si è macchiato di crimini di guerra e crimini contro l’umanità e a esponenti del partito fascista. E nel caso invece che queste intitolazioni esistano già, possono essere revocate, come nel caso di Josip Broz Tito, decorato Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica italiana da Giuseppe Saragat il 2 ottobre 1969, e alla cui memoria, nonostante le riconosciute responsabilità criminali, sono ancora intestate vie di città italiane. E’ quanto ha deciso il Consiglio regionale Veneto che con 44 sì ha approvato il progetto di legge presentato dal presidente dell’Intergruppo di Lega-LV Alberto Villanova. Su proposta del correlatore, la vicecapogruppo del Pd Vanessa Camani, durante il dibattito il divieto di intitolazione è stato l’esteso ai crimini di aggressione e violazione del diritto internazionale e umanitario, e agli esponenti del fascismo. Sui personaggi come Tito, sono intervenuti, richiamando la storia della presenza veneziana e la tragedia vissuta dagli italiani nei territori ex jugoslavi e alcuni aspetti legati alle ricostruzioni più recenti relative a quell’epoca, anche i consiglieri del gruppo Lega-LV Giuseppe Pan e Marzio Favero, e il Capogruppo di Fratelli d’Italia Enoch Soranzo.  In aula Camani ha sottolineato come la legge rappresenti “un tentativo importante che il Veneto vuole provare a fare per la costruzione di una memoria condivisa, in particolare nella Regione che ha vissuto con forza i drammi del secondo dopoguerra”. Ma anche per “contribuire ad accrescere il senso di comunità nei nostri territori, per imparare a leggere i fatti e trarne insegnamento utile anche al giorno d’oggi”. La speranza, ha concluso, è che “il contributo della Regione del Veneto sia raccolto dal Parlamento nazionale”.

La posizione di Joe Formaggio

Se aveva accolto “favorevolmente” la proposta di legge sulla rimozione di ogni riferimento, in materia di toponomastica, al dittatore comunista Josip Broz Tito, ha votato “convintamente contro” l’emendamento proposto dalla sinistra per fare lo stesso con gli esponenti del partito fascista. Lo dice il consigliere regionale di Fratelli d’Italia in Veneto Joe Formaggio spiegando che così “si rischiava di dover cancellare riferimenti che fanno parte fieramente della nostra storia, tutt’oggi presenti nei musei e nella toponomastica”. Formaggio chiede se si debbano eliminare vie e monumenti a Gabriele d’Annunzio, o togliere i riferimenti nelle varie basi dell’aeronautica militare a Italo Balbo, “che ne fu fondatore”. Oppure la sezione interamente dedicata al comandante della X Mas Junio Valerio Borghese al Museo di Rovereto. Allora “dovremmo cancellare i libri di Giovanni Gentile e di Luigi Pirandello. Non scherziamo”.