“Basta con la macellazione fai-da-te per la Festa del Sacrificio, questa non è integrazione”. L’onorevole Michela Brambilla condanna il  rituale islamico dell’Id al Adha ed esorta  i sindaci a vigilare.

Mancano poche al tramonto del 31 agosto e la festa islamica del Sacrificio darà inizio ai ‘giorni di letizia’ per la fine del digiuno, che durerà fino al 4 settembre.
In questa occasione i musulmani sacrificano un animale che dovrà essere fisicamente integro e adulto, uccidendolo recidendogli la giugulare, affinché il sangue possa defluire perché considerato impuro, mentre l’uomo che lo sta sgozzando pronuncerà: “Allāhu akbar”, ossia “Dio è il più grande”.

Una pratica che ogni anno mette in subbuglio il mondo animalista occidentale, che ogni anno rinnova la dura condanna da parte dell’onorevole Brambilla, oltre a fare un grande appello ai movimenti animalisti, dei quali ne è presidente nazionale, esortandoli a non abbassare mai la guardia, perché: “Solo in Italia saranno decine di migliaia gli animali che perderanno la vita senza lo stordimento preventivo, vietato dal rito – continua l’onorevole Brambilla – A noi animalisti tutta questa sofferenza sembra il contrario di una festa, perciò cambieremo la legge, non appena avremo la forza di farlo, visto che la politica finora non ne è stata capace”.
michela brambilla con agnello
Perché di fatto seppure esista un decreto legislativo del 1998, e ancora prima una norma del 1980, che prevede l’uccisione dell’animale privo di coscienza per evitargli ulteriori sofferenze, nello stesso decreto è inclusa una deroga per le macellazioni rituali.

In attesa che qualcosa smuova il legislatore, Michela Brambilla esorta le autorità a vigilare, soprattutto i sindaci, affinché “aprano gli occhi sugli abusi”, evitando che le abitazioni dei fedeli islamici diventino dei macelli improvvisati.
“I sindaci si devono impegnare a contrastare efficacemente sul proprio territorio la macellazione ‘fai-da-te’, fuori dalle strutture autorizzate  –  continua la Brambilla – Del resto non potrà mai esserci integrazione se non vi è rispetto delle nostre leggi, tradizioni e sensibilità da parte di coloro che vengono nel nostro Paese”.

Paola Viero

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