“Date delle regole ai bambini, anche se costa, anche se piangono. Non sentitevi cattivi genitori se il vostro cucciolo ci resta male. Passerà, ma si porta a casa una autoregolazione che resta per la vita. Se non sappiamo farci ascoltare quando hanno 5 anni per togliere lo smartphone dalle mani… che faranno a 15? A 25? A 35?“. E’ un lungo post quello della pediatra influencer Carla Tomasini, conosciuta da tutti i genitori sui social come Pediatra Carla, che interviene sul caso dell’omicidio di Giulia Cecchettin da parte del suo ex e in generale sulla spirale di violenza di genere verso le donne. Moltissime le condivisioni sui social delle sue parole che fanno riflettere genitori e non.
“Per qualche giorno parleranno tutti del caso di Giulia. Ognuno avrà da dire la sua. Poi scenderà nel dimenticatoio e le cose torneranno come prima. La legislazione deve cambiare, siamo tutti d’accordo. La scuola può fare la sua parte, siamo tutti d’accordo. La cultura generale deve cambiare, siamo tutti d’accordo. Però questi individui, “bravi ragazzi” che poi si trasformano in feroci assassini, non spuntano dal niente come funghi. C’è chi nutre quelle personalità deviate– scrive la pediatra- Ce ne sono migliaia e non tutti arrivano a uccidere. Molti sono quei fidanzati e mariti che rendono la vita impossibile, quei padri deresponsabilizzati che scaricano sulla donna tutto il lavoro di casa e dei figli”.
L’appello ai genitori: “È nei primi anni di vita che si costruiscono il futuro uomo e la futura donna, ricordatelo. Avete una responsabilità immensa. I social vi stanno vendendo un’illusione, quella del figlio sempre felice e del genitore perfetto e prestante. È una fiaba. Non esiste. Date delle regole ai bambini, anche se costa, anche se piangono. Non sentitevi cattivi genitori se il vostro cucciolo ci resta male. Passerà, ma si porta a casa una autoregolazione che resta per la vita”.
Ma come si fa a non accontentare subito un bambino? “Ci vuole tempo, ci vuole pazienza, è un lavoro più difficile che accontentarlo subito. Per i genitori è un mettersi in gioco continuo nel chiedersi quando lasciar andare e quando contenere, ma la quadra si trova. Si comprende che un ‘no’ deve restare un ‘no’, che se non sappiamo farci ascoltare quando hanno 5 anni per togliere lo smartphone dalle mani… che faranno a 15? A 25? A 35?“, conclude Tomasini.