“La storia di Tia è una storia di sofferenza. La gravidanza di mia moglie è trascorsa sotto le bombe. Abbiamo patito la fame. Il cibo era scarso. Mia moglie mangiava solo due zuppe di riso e lenticchie se c’erano. E abbiamo vissuto da sfollati per due anni”.

Sono le parole di Zakaria Hassan, papà della piccola Tia, la bambina palestinese arrivata in Italia con i voli umanitari a settembre quando era in grave stato di malnutrizione: a 4 mesi pesava solo 4 chili. Nella terapia intensiva del Policlinico Umberto I di Roma ha lottato per vivere, soccorsa e aiutata dai medici, ma anche da una straordinaria catena di solidarietà. Ha raccontato la sua storia la giornalista Maria Grazia Mazzola su Rai1, nello speciale del Tg1 TV7.

“Quando sono scese dall’ambulanza bimba e mamma avevano un sacchetto con tre vestiti”e niente altro, ha ricordato Alberto Spalice, Direttore del reparto materno infantile dell’Umberto I. “La bambina aveva un’ipotonia marcata, con masse ipotrofiche”.

La mamma di Tia, Abeer Hassan, ha bevuto acqua contaminata, come ha ricordato alla giornalista Mazzola, “non potevo fare diversamente. Cantavo e pregavo ‘cuore della mamma’ e chiedevo a Dio che nascesse sana. Ho pregato per la salvezza di tutti i miei cinque figli; mi svegliavo per vedere se fossero vivi. Durante la guerra una donna si preoccupa anche della sicurezza,di cerca cibo e acqua. E’ un miracolo che siamo salvi grazie all’Italia, a sant’Egidio e all’ospedale”.

Oggi la piccola Tia sta recuperando: “e’ piu florida e più reattiva- ha spiegato Monica Manganaro della Terapia intensiva pediatrica dell’Umberto I- Le sue condizioni erano gravissime, era pelle e ossa”. La rettrice dell’Università La Sapienza Antonella Polimeni ha sottolineato la solidarietà che si è attivata per la bimba arrivata dall’inferno di Gaza.

“Tia è la più piccola dei palestinesi giunti al Policlinico per essere curati. All’interno del nostro ateneo abbiamo avuto una vera gara di solidarietà”. Gaza vive “una carestia indotta e a tutt’oggi i bombardamenti israeliani continuano ad uccidere: 1000 i morti in 2 mesi di tregua– ha ricordato Mazzola nel suo servizio- mentre cercavano aiuti e i camion sono fermi ai valichi, gli aiuti insufficienti, mancano medicine. Un milione e mezzo di persone ha bisogno di assistenza, oltre 64mila sono i bambini uccisi o mutilati durante la guerra. Emergency ha denunciato che ‘a Gaza c’è il più alto tasso di amputazioni infantili al mondo e secondo Unicef 43mila sono i bambini malnutriti“.

“Non voglio tornare a Gaza- le parole della mamma di Tia- lì non ci sono le condizioni per la vita. Ma ho fiducia che avremo un futuro”.

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia