Troppa prudenza o allarmismo? Per i meteorologi sentiti dall’Adnkronos, lo stato di allerta meteo per l’attacco delle ‘cellule temporalesche’ di Cleopatra ”è giusta, ma non si devono fare allarmismi o si rischia un ‘al lupo al lupo’ controproducente”, che rischia di gettare nel panico la popolazione. Non ha dubbi Antonio Sanò, direttore del portale Ilmeteo.it: ”L’allarme meteo che viene lanciato dalla Protezione civile non solo è giustificato ma è necessario – spiega – perché viviamo in un paese con molte regioni a rischio alluvionale, dato che il territorio ha forti criticità dal punto di vista idrogeologico. In particolare ci sono regioni come Liguria e Toscana, in cui è marcato il pericolo smottamenti e frane”.

 

Senza contare criticità ”legate anche all’urbanizzazione: è il caso di Roma, dove alcune zone diventano a rischio anche quando ci sono temporali più intensi del normale”. ”Il problema – avverte l’esperto – non è la quantità di pioggia prevista dai meteorologi ma l’intensità delle precipitazioni entro un dato tempo. Se i 50 millimetri previsti cadono in sei ore, non fanno danni, mentre se le precipitazioni sono concentrate in 30 minuti o un’ora, possono provocare disagi o allagamenti, e paralizzare gli spostamenti. Allo stato attuale, c’è una difficoltà scientifica non tanto a prevedere quanto pioverà ma in quanti minuti si verificherà l’evento atmosferico”.

 Perciò il ”timore degli addetti ai lavori è motivato anche dal fatto che si riescono a individuare le regioni, ma non si riesce a prevedere il punto in cui si verificano questi ‘flash d’acqua’. Anche in considerazione di questo tipo di rischio, è stata data l’allerta”.

”La perturbazione di queste ore – fa notare Sanò – è simile a tante altre che si sono verificate in passato e non deve creare allarmismi o panico, come se arrivasse un uragano. L’anno scorso – ricorda – si sono verificati disagi dopo eventi non particolarmente intensi: questo dimostra che il nostro territorio è debole ma anche che bisogna intenficare la prevenzione”. Su questo fronte – sottolinea ancora il direttore de Il meteo.it – si possono monitorare i corsi d’acqua ma soprattutto nelle grandi città ci sono abusi edilizi che rischiano di concorrere a creare forti disagi. Dovuti anche a una rete fognaria inadeguata o ostruita, in generale c’è una carenza nella prevenzione. A ogni autunno si corre a riparare i danni, ma sulla prevenzione occorre fare molto di più. Insomma: non prendiamolocela solo con la pioggia”.

 Per Andrea Giuliacci, meteorologo del Centro Epson Meteo, le ”condizioni perché ci siano fenomeno estremi ci sono tutte. L’allerta è giustificata, perché il meteorologo porta alla gente la previsione più probabile, ma la Protezione civile ha lo scopo di tutelare la popolazione e mettere in sicurezza il territorio. E dunque – sostiene – alzare l’attenzione è più che giustificato, perché ci sono motivi di sicurezza. Non è solo una questione se andare o meno al mare nel fine settimana”.

 ”Le piogge violente – sottolinea – rischiano di portare disagi nelle grandi città, quindi nelle prossime ore occorre stare attenti. Piogge più intense sono previste su Triveneto, Toscana, Lazio, Campania e Sardegna. Tra le grandi città, a rischio piogge violente restano Roma e Napoli”.

 Anche per Paolo Sottocorona, meteorologo di ‘Omnibus’, su La7, ”le carte danno una situazione di maltempo marcato, il che significa temporali anche forti, perché le precipitazioni sono concentrate in tempi stretti. Ci si misura con questo cielo, e in queste situazioni l’allerta è sicuramente dovuta. Purché non diventi allarmismo”. ”Data l’intensità del maltempo – spiega – tutto dipende poi dalle infrastrutture e da come ci si attrezza per fronteggiare il maltempo. Il problema è in primis quello degli allagamenti, e quindi dipende da come sono fatti e mantenuti strade o sottopassaggi. Se i tombini sono ostruiti, si può alzare in pochi minuti mezzo metro d’acqua”.

 Dunque, sottolinea l’ex capitano dell’Aeronautica, ”se certe situazioni possono creare rischi o danni potenziali, è giusto mettere sull’avviso la popolazione. Evitando però di fare terrorismo e senza alzare continuamente la soglia di attenzione, o si finisce per gridare ‘al lupo al lupo’. Il rischio è che la gente non segua più gli ‘allarmi eccezionali’ con le previsioni da finimondo che si dissolvono al sole”.(adnkronos)

 

 

”Bisogna dare il giusto livello di allarme – sottolinea Sottocorona – e su questo la gente deve sapere che c’è una oscillazione sulla previsione di cui tener conto. Attenti però a non esagerare per prudenza. E soprattutto puntare a responsabilizzare le persone, attraverso un’informazione mirata”.

 

 “Ormai le previsioni meteorologiche sono attendibili al 90% soprattutto nelle prime 24-48 ore, ma soprattutto sugli eventi estremi come la situazione di oggi, dobbiamo prima diffondere le ‘istruzioni per l’uso’ perché se la gente non sa come si usa una previsione, quali sono i suoi limiti e come comportarsi a seconda del grado di allerta lanciato, purtroppo abbiamo solo chiacchiere del tipo ‘tutto o niente’, ‘o apocalisse o tutto va bene”, spiega a Labitalia Luca Mercalli, presidente della Società Meteorologica Italiana, la maggiore associazione nazionale del settore delle scienze dell’atmosfera, nonché meteorologo noto al pubblico per la trasmissione ‘Che tempo che fa’.

 ”Ci si dimentica che la prevenzione migliore – aggiunge – la si fa nei periodi di calma: è in questi periodi che si fanno la manutenzione del territorio e le lezioni nelle scuole per spiegare alle persone come ci si comporta. E su Roma avrei dato un’allerta più moderata. Perché c’è sempre l’emergenza del giorno prima e mai la prevenzione a lungo termine”. “In Italia – ribadisce Mercalli – non si fa cultura del rischio, e quindi si tende a trattare tutto in modo sensazionalistico dando sempre ‘o tutto o niente’. Quando c’è il sole il rischio non esiste e invece il giorno prima dell’evento si dice ‘allarme allarme c’è l’apocalisse'”, sottolinea l’esperto.

 Mercalli cita come esempio di educazione mancata al rischio “i molti casi in Italia negli ultimi 10 anni di persone morte nei sottopassaggi allagati“. “E’ praticamente un suicidio – spiega – perché le persone dovrebbero sapere quali sono le cose da non fare in caso di piogge eccezionali. E questo vale anche per i terremoti. Ma queste informazioni vanno date quando splende il sole, in modo tale che quando c’è il momento di emergenza tutti sappiano cosa fare. Dopo l’alluvione di Genova ad esempio – si chiede Mercalli – è successo qualcosa? Non è stato fatto niente”.

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