Il Settore Promozione e Sviluppo Igiene e Sanità della Regione ha inviato oggi a tutte le Ullss e Aziende Ospedaliere del Veneto un “Protocollo Operativo per il controllo delle malattie infettive e la profilassi immunitaria in relazione all’afflusso di immigrati nella regione”.

 

A darne notizia è il Presidente Luca Zaia, che ne sottolinea “la particolare importanza per dare risposte di sicurezza sanitaria ai cittadini Veneti, agli operatori delle forze dell’ordine, ai volontari che sono coinvolti in questa situazione e agli stessi immigrati che, se malati, vanno curati perché esseri umani e perché, curando le loro malattie, si fa prevenzione e se ne blocca l’eventuale diffusione”.

 

“Si tratta – aggiunge Zaia – di un documento estremamente curato e approfondito sul piano scientifico, che affronta anche due aspetti estremamente rilevanti, come il censimento sanitario delle persone presenti, le modalità di profilassi e cura, le specifiche attenzioni da prestare di fronte a casi sospetti, gli standard igienico sanitari per la valutazione dei siti di ospitalità. Quando iniziammo questo cammino di tutela della sanità pubblica rispetto ad un fenomeno che era fin troppo facile immaginare come si sarebbe evoluto – dice il Governatore – molti, troppi soloni parlarono di inutilità, razzismo, allarmismo. Oggi pressoché tutto il mondo si vede costretto a fare ciò che il Veneto ha iniziato mesi fa e questo è il miglior riconoscimento che avevamo visto giusto e che la politica c’entrava come i cavoli a merenda, perché l’unico obiettivo era e resta la salute della gente”.

 

“Con questo Protocollo e quello specifico per Ebola attivato dal primo settembre – aggiunge da parte sua l’assessore alla Sanità Luca Coletto – il sistema di prevenzione e profilassi è completato, ed è gestito da professionisti preparati e attenti, decisamente di più che in altre parti del mondo dove ad esempio un caso di Ebola è stato pesantemente sottovalutato. Nessuno può dire – aggiunge l’Assessore – se il filtro riuscirà ad essere totale o meno. Di certo è il massimo che una sanità moderna ed efficiente come quella veneta può fare”.

 

Il Protocollo inviato oggi alle Ullss prevede una rilevazione del numero di immigrati presenti nelle strutture di accoglienza fino al 30 settembre e l’avvio di una rilevazione pressoché quotidiana; indica le procedure da seguire e le strutture sanitarie alle quali i tutor devono fare riferimento per la prima visita o in caso di sospette patologie, infettive e non; indica tra le malattie prioritarie a cui dare attenzione la tubercolosi, la poliomielite, la scabbia e comunque tutte le malattie infettive con sospetto clinico secondo la letteratura scientifica specifica; attiva le azioni di immunoprofilassi sia per adulti che per i ragazzi tra zero e 14 anni, ai quali verranno offerte le stesse procedure vaccinali in essere per i bambini residenti; indica gli standard sanitari per le strutture d’accoglienza, arrivando a puntualizzare il numero di bagni e docce in relazione al numero di presenti e i metri quadrati pro capite necessari sia per il posto letto che per la refezione.

 

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia