Finito da un pezzo il tempo degli ingegneri laureati su Facebook che prima che lo facessero i tecnici della Procura di Genova avevano ‘sentenziato’ le cause del crollo del ponte Morandi era stato quello dei virologi del web. Un’abbuffata di deliri di gente, che con la terza media, ci diceva da dove veniva il Covid e come curarci alla faccia della scienza. Da ieri è il turno degli investigatori che non hanno mai impugnato una pistola, che non sanno cosa sia un pedinamento o un appostamento. Cosa significa infilare una cimice nella casa di un pregiudicato, ma saprebbero spiegarti tutto sulle indagini che hanno portato all’arresto del padrino della mafia latitante da 30 anni Matteo Messina Denaro. Ci sarebbe da farsi un quadro con tanto di commenti ingigantiti di certi ignoranti (che ignorano cosa ci sia dietro un rappresentante delle forze dell’ordine) , per guardarlo tutti i giorni ed avere risate sonore assicurate.

E giù con le teorie dei complottisti, ai quali ha direttamente risposto il Premier Giorgia Meloni.

“Trattativa con la mafia? Non capisco. Abbiamo difeso il carcere duro, il primo provvedimento di questo governo è stato la difesa del carcere duro. Messina Denaro andrà al carcere duro perché esiste ancora grazie a questo governo. Quindi su cosa avremmo fatto la trattativa?”, dichiara la premier intervistata a Quarta Repubblica,ieri sera su Rete4. “Dicono che abbiamo preso Messina Denaro perché ora c’è questo governo? Quindi devo pensare che finché c’era la sinistra non lo andavano ad acchiappare? Chi sostiene questa tesi, per paradosso, sostiene che loro sapevano ma non sono andati a prenderlo?”.

MELONI: CHI PARLA DI TRATTATIVA INSULTA GLI INQUIRENTI

“Non riusciamo mai a festeggiare, dobbiamo sempre autoflagellarci. Abbiamo tanti problemi e per una volta che lo Stato italiano può finalmente cantare vittoria ci inventiamo trattative. E’ un insulto a chi lavora per la nostra sicurezza sacrificando la propria vita. Qualcuno può dire che abbiamo inquirenti non in grado di sconfiggere la mafia? Io non lo dirò mai”.

MELONI: COMPLOTTISTI METTANO POLITICA IN SECONDO PIANO

“Si può battere la mafia senza mettersi d’accordo con lei e  l’Italia l’ha dimostrato. I complottisti vogliono attaccare il governo, però su alcune materie la politica dovrebbe passare in secondo piano”.

LA POLEMICA E L’INTERVISTA PROFETIVA DI TRE MESI FA

 

L’arresto di Messina Denaro è un colpo forte che lo Stato ha inflitto a Cosa Nostra e che qualche politico è già pronto a rivendicare come una vittoria dell’attuale governo. Ma dopo il clamore iniziale e l’entusiasmo generato dall’arresto del boss, si fanno ancora più pesanti le parole del pentito Salvatore Baiardo pronunciate tre mesi fa in un’intervista rilasciata a Massimo Giletti durante uno speciale di ‘Non è l’Arena‘. L’uomo, che all’inizio degli anni ’90 gestì la latitanza dei fratelli Graviano, Giuseppe e Filippo, poi condannati perché mandanti dell’omicidio di Padre Pino Puglisi, in quell’occasione aveva accennato ad un possibile arresto di Denaro usato come scambio con i ‘più giovani’ fratelli.

Il REGALINO PER IL NUOVO GOVERNO

“Che arrivi un regalino? Che magari presumiamo che un Matteo Messina Denaro sia molto malato e faccia una trattativa lui stesso per consegnarsi e fare un arresto clamoroso? E così arrestando lui esce qualcuno che ha l’ergastolo ostativo senza che ci sia clamore?”, ha detto Baiardo a Giletti. Il conduttore allora rincara la dose e, ricordando che nel nuovo governo è presente anche Silvio Berlusconi, chiede al pentito se “qualcuno potrebbe dare delle indicazioni come forse vennero date per la cattura di Totò Riina e far sembrare tutto casuale?”. Baiardo risponde: “Tutto è possibile e magari programmato già tempo (…) Giletti ci sono delle date che parlano“, facendo intendere inoltre che la trattativa (Stato-Mafia) non è ancora finita.

GASPARE MUTOLO: ARRESTO MESSINA DENARO ROMPE UN EQUILIBRIO

Baiardo non è l’unico a parlare di una ‘possibile consegna’ di Messina Denaro. Gaspare Mutolo, il pentito che sfidò Totò Riina scegliendo di collaborare con Giovanni Falcone, commenta in esclusiva con il settimanale ‘Oggi’ la cattura di Matteo Messina Denaro e ciò che può significare negli assetti di Cosa Nostra. “La prima cosa che mi viene in mente sono le parole di un grande uomo come Giovanni Falcone: la mafia è un fattore umano, ha avuto un inizio e sicuramente avrà una fine. Speriamo che questo arresto sia l’inizio della fine“, dice Mutolo. “Di sicuro, non gli mancavano le possibilità di curarsi all’estero, se avesse voluto”, spiega ancora lo storico collaboratore di giustizia. “Può darsi che abbia scelto di farsi prendere. Magari spera in un allentamento delle leggi, magari era troppo malato, magari si sta entrando in una nuova era”.

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