L’hanno fatto di nuovo. Ignorando completamente le migliaia di appelli che arrivano da ogni parte del mondo per un cessate il fuoco immediato, nel governo israeliano hanno un unico vero obiettivo: rendere Gaza una località di lusso, dove passeggiare e assaporare drink tra mare e grattacieli. Ovviamente, senza palestinesi. A dare l’ennesima riprova delle potenzialità, verrebbe da dire al momento ‘sprecate’, che avrebbero per Israele le spiagge dorate della Striscia e su cui i coloni hanno già pronti dei depliant, ci ha pensato la ministra israeliana dell’innovazione, Gila Gamliel. È lei, su X, ad aver pubblicato un video creato con l’intelligenza artificiale, dove al posto posto di morte e macerie si vedono palazzi di vetro, locali alla moda e persone che passeggiano allegramente, compresi il presidente Trump e il premier Netanyahu con le relative consorti.

“Ecco come apparirà Gaza in futuro. Emigrazione volontaria da Gaza solo con Trump e Netanyahu. O noi o loro!”, scrive la ministra scatenando polemiche e indignazione. Una vera e propria provocazione, e non è nemmeno l’unica. A vedere le immagini, infatti, non si può non pensare ad un video molto simile pubblicato da Trump mesi fa, sempre generato con l’Ia dove Gaza è trasformata in una metropoli affacciata su spiagge caraibiche dal mare cristallino con grattacieli, palme e spiagge di lusso.

A GAZA C’È UNA CARESTIA DI MASSA: L’APPELLO DELLE ONG

E chissà come avranno preso la notizia le 109 ong che oggi, attraverso una nota congiunta hanno denunciato che “una carestia di massa” si sta diffondendo nella Strsicia. “Mentre l’assedio imposto dal governo israeliano affama la popolazione della Striscia di Gaza, anche le operatrici e gli operatori umanitari si trovano costretti a mettersi in fila per il cibo, rischiando di essere colpiti pur di sfamare le loro stesse famiglie. Con le scorte ormai completamente esaurite, le organizzazioni umanitarie vedono le proprie squadre e collaboratori deperire giorno dopo giorno”, scrivono. Esattamente due mesi dopo l’inizio delle operazioni della Gaza Humanitarian Foundation, un “meccanismo sotto il controllo del governo israeliano”, le organizzazioni, fra le quali Amnesty International, lanciano dunque l’allarme e chiedono ai governi di agire: “Aprire tutti i valichi di frontiera via terra; ripristinare il flusso completo di cibo, acqua potabile, forniture mediche, materiali per ripararsi e carburante attraverso un sistema fondato sui principi umanitari e guidato dalle Nazioni Unite; porre fine all’assedio e raggiungere subito un cessate il fuoco”.

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