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‘Offre l’Italia’, la campagna dei medici contro la fuga dei camici bianchi

“Laureata a Milano, medico a Berlino. Offre l’Italia”. “Laureato a Bari, anestesista a Parigi. Offre l’Italia”. Sono questi gli slogan che campeggiano sui manifesti della nuova campagna della Federazione nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri (Fnomceo), lanciata oggi a Roma, in occasione dell’apertura degli Stati Generali della Professione medica.

Accanto agli slogan, le foto di due giovani medici in camice bianco. E i numeri: “Ogni anno, 1500 medici vanno a specializzarsi all’estero. E non tornano. Costano all’Italia oltre 225 milioni”. Infine, una richiesta al Governo: “Servono più posti di specializzazione”. L’emorragia è dovuta all’ondata di pensionamenti attesa per il 2025, quando la cosiddetta ‘gobba pensionistica’ toccherà il suo apice e, se non arriveranno nuovi specialisti a sostituirli, il Servizio sanitario nazionale rimarrà senza chirurghi, anestesisti, ortopedici, ginecologi, medici di famiglia.

Come rimediare? “In realtà i medici ci sono – afferma il presidente Fnomceo Filippo Anelli -. Già oggi abbiamo almeno 10.000 laureati che non chiedono altro che poter essere specializzati. Aprire gli accessi alla facoltà di medicina non farebbe che ingrandire la massa di medici che non riescono ad accedere alle Scuole di specializzazione e rimangono prigionieri nel cosiddetto imbuto formativo. Tra questi, i 1500 che emigrano all’estero per specializzarsi, trovando un impiego a condizioni retributive e organizzative migliori delle nostre”.

“Abolire ora il numero programmato sarebbe non solo inutile, ma controproducente – conclude il presidente Fnomceo -. Le soluzioni sono quelle che noi da sempre prospettiamo: aumentare il numero delle borse, e il Governo ci ha in parte ascoltato, portandole a 8000; incrementare i posti per il Corso di Medicina Generale; contrattualizzare gli specializzandi dell’ultimo anno, liberando così risorse per altre 5000 borse; recuperare i fondi delle borse abbandonate, che oggi vanno persi”.

Oltre ai manifesti, che saranno affissi a cura degli Ordini provinciali nelle varie città d’Italia, la campagna sarà promossa sulla stampa ed i social.