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Dal 29 maggio, l’Enpa non può più entrare al canile di Piovene Rocchette. Ai volontari della più grande associazione animalista d’Italia non è stato nemmeno comunicato che non potevano più fare ingresso nella struttura sanitaria, dove, in maniera secca viene esibita , una carta firmata dal presidente della conferenza dei sindaci che la gestione delle povere bestie e’ stata data ad un’altra neo associazione di nome Anpa. Ben vengano gli animalisti che hanno a cuore le sorti di poveri cani e gatti abbandonati, ma ci si chiede il perchè di un gesto così forte che sa più di prepotenza che di benessere della collettività. I rapporti tra l’associazione storica animalista ed alcuni referenti istituzionali non erano affatto idilliaci.

E’ storia vecchia di anni, ma perche’ gettare ulteriore benzina sul fuoco?
Fabiola Bertoldo, presidente dell’Enpa ha le idee chiare sulla squallida vicenda, che fa orrore alla luce dei gravi problemi che affliggono i cittadini che non riescono ad arrivare a fine mese. Problemi gravi di cui dovrebbero occuparsi i personaggi messi sulla poltrona dai nostri politici e pagati con i soldi delle nostre tasse. Delegati che con mosse come quella denunciata dall’Enpa sembrano più affaccendati a gestire i propri rancori personali, come se se si occupassero di casa propria. Puoi impedire l’accesso a casa tua, se l’ospite ti sta antipatico, ma non puoi decidere di vietare l’accesso ad un canile perche’ ce l’hai con questa o quella persona. Non stai gestendo la tua proprietà privata, ma una struttura pagata dai contribuenti.

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‘Anche ieri, i nostri volontari si sono recati al canile sanitario per la ormai consueta attività e si sono trovati davanti ad una donna, che voleva impedirgli l’ingresso al canile. Si tratta di un volontario di un’associazione riconosciuta a livello nazionale, in possesso di un accordo preesistente a questa ipotetica convenzione per l’attività all’interno della struttura, e mai revocato. Ma anche un libero cittadino ha il sacrosanto diritto di entrare al canile in orario di apertura al pubblico, per vedere e fotografare i cani presenti – scrive Fabiola Bertoldo in una lettera inviata ai sindaci dell’Alto vicentino – Chiediamo quindi alla conferenza per quale motivo una delibera dell’esecutivo su un’ipotesi di convenzione non ancora discussa dai sindaci ha già avuto esecuzione a decorrere dal 29 maggio scorso? Per quale motivo non è stata informata l’associazione già operante nella struttura? Per quale motivo la scelta dell’Anpa che non ha neppure i requisiti previsti dalla legge per poter sottoscrivere una convenzione con un ente pubblico? (non ha i tre anni di associazionismo ed il minimo necessario dei duecento iscritto come prevede la legge). Per quale motivo cambiare una gestione che stava funzionando e stava dando ottimi risultati tanto che al canile rifugio del Tretto ora ci sono solo 18 cani ? Una sola lettura si può dare della scelta fatta verso l’Anpa – conclude il presidente Enpa – e cioè quella di una personalissima questione intercorsa e sviluppatasi negli anni tra il delegato della conferenza e l’Enpa. Delegato più preoccupato del suo amor proprio che di gestire l’incarico che gli è stato affidato con competenza e professionalità’.

Ci chiediamo perche’ non consentire ad entrambe le associazioni di mettere piede al canile? In tempi difficili per i nostri amministratori locali, alle prese con la gente che non riesce a sbarcare il lunario, si fa fatica a pensare che i nostri rappresentanti istituzionali abbiano il tempo e la voglia di impelagarsi in vicende sterili come la concorrenza tra associazioni di volontariato, quando si dovrebbe pensare a tutt’altro.Chi conosce la vicenda-cani in Alto vicentino ha già capito che si tratta di un dispetto infantile da parte di chi ha trovato il modo per far fuori chi in passato aveva osato criticare il suo operato. Vogliamo essere buoni e mediare noi, facendo i saggi pensando che alla base di tutto questo non ci sia malafede. Vogliamo pensare che il problema-cani sia un fardello che probabilmente andrebbe gestito innanzitutto da chi di animali se ne intende, ma soprattutto li ama. E non da chi, come qualcuno sospetta, (ma noi non vogliamo crederci), si sia voluto togliere il sassolino dalla scarpa.
Dei fatti, verrà informata l’Enpa nazionale e l’Enpa regionale.
Natalia Bandiera

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