‘Se oggi , passa la nostra proposta sulle province 3000 politici smetteranno di ricevere una indennità dagli italiani. La volta buona’. Così Matteo Renzi su Twitter in vista dell’approvazione al Senato del disegno di legge costituzionale sulle province.

 

In mattinata esecutivo e maggioranza sono infatti andati sotto due volte in commissione Affari costituzionali al Senato dove si sono votati gli emendamento al ddl Delrio. Decisiva l’assenza dell’ex ministro Mario Mauro, leader di Per l’Italia. Già a inizio seduta si era subito notata anche la mancanza di due senatori in quota Ncd. I numeri mancanti avevano creato qualche tensione e i due parlamentari alfaniani erano stati prontamente sostituiti. Non è stato così per Mauro: nonostante le ‘pressioni’ a rinunciare, l’ex esponente montiano è rimasto ‘casella’ vuota. Più tardi il senatore taglierà corto: ”E’ stata un’assenza politica”. Ma dietro la sua mossa, raccontano, la denuncia di limiti di costituzionalità del provvedimento con il nodo dei costi che non sarebbero affatto diminuiti.

Il Pd serra i ranghi, e per bocca del relatore Francesco Russo, ieri ha assicurato: ”Il Senato – voterà, entro domani, a favore dell’abolizione delle Province dimostrando che cambiare si può. Questi sono fatti ed è l’unica cosa che conta”. E getta acqua sul fuoco: ”In commissione Affari costituzionali si è verificato un episodio marginale che ha visto il governo e la maggioranza battuti su un emendamento dell’opposizione che restituisce alle Province le competenze sull’edilizia scolastica e su un emendamento del relatore che fissava un tetto all’indennità dei presidenti delle Province in misura non superiore a quella del sindaco del capoluogo dei comuni associati. Si è trattato -assicura- di un incidente dovuto all’assenza di un senatore. Un episodio isolato – conclude il senatore Dem- che non influirà sul percorso dell’approvazione del provvedimento”. (adnkronos)

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia