La ’ndrangheta in Veneto sembra non essere un fantasma. Esiste, opera e stringe legami, tra appalti e politica. Secondo una testimonianza raccolta da Report, la criminalità organizzata in passato avrebbe persino orientato voti e consensi a favore di due candidati oggi in corsa con Fratelli d’Italia alle regionali. Il dossier della trasmissione di Rai3, firmato da Walter Molino, si basa sulle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Domenico Mercurio, che ricostruisce i rapporti tra politica locale veronese e ambienti criminali calabresi.
Nell’ultima puntata di Report, andata in onda il 16 novembre, Mercurio espone la sua versione dei fatti, chiamando in causa due nomi della politica veneta: David Di Michele, vicepresidente della Provincia e vicino al deputato Ciro Maschio, presidente della Commissione Giustizia e Stefano Casali, consigliere regionale uscente, vicino al ministro Carlo Nordio e nuovamente candidato al voto regionale.

Elio Nicito
Chi è Domenico Mercurio. Definito il ‘fatturista’ della cosca calabrese Arena di Isola Capo Rizzuto, è un collaboratore di giustizia inserito nel programma di protezione. Le sue dichiarazioni, secondo Report, sono state riscontrate da Dia, Dda di Venezia e altre Procure antimafia: in diversi processi è stato giudicato attendibile e le sue autoaccuse gli sono valse condanne complessive per 8 anni e 8 mesi, con le attenuanti previste per i collaboratori.
Il ruolo di Elio Nicito. 84 anni, di origini calabresi, è presente da anni nel territorio veronese ed è alla guida di QuadranteServizi, gestore unico delle manovre ferroviarie dell’interporto veronese. Ex Dc e politico di lungo corso, secondo quanto ricostruito da Report, sulla base della testimonianza di Mercurio, Nicito sarebbe colui che indica i cavalli vincenti sui quali far confluire i voti. Nessun atto ufficiale indica la sua appartenenza ad associazioni criminali ma, come racconta Report, il suo nome comparirebbe in più dossier della Dia come soggetto ‘di interesse’ nelle dinamiche relazionali tra imprenditoria e gruppi mafiosi. Cosa mai confermata da Nicito che ai microfoni di Report si definisce “un uomo tranquillo”.

David Di Michele
Il caso Di Michele: “seicento voti dai clan”. Secondo il racconto fornito a Report, nel 2014 Mercurio avrebbe ricevuto la richiesta di sostenere la candidatura di Di Michele che nel 2021 diventa membro del CdA di QuadranteServizi. Il collaboratore di giustizia racconta al giornalista Molino di aver portato “circa seicento voti, sufficienti per farlo primo degli eletti”. In cambio, riferisce, gli sarebbe stata promessa l’edificabilità di un terreno a Lavagno: “Patti rispettati”, afferma lui. Nel quadro descritto dal collaboratore compare anche l’imprenditore calabrese Nazzareno Salerno, ex assessore regionale e oggi sotto processo per corruzione, destinatario di due interdittive antimafia. Mercurio sostiene che Di Michele avrebbe agevolato l’assegnazione a Salerno dell’appalto per la scuola Don Milani di Lavagno. “Mai conosciuto Salerno” ha negato Di Michele nel servizio andato in onda.
Di Michele annuncia azioni legali contro Report. “È grave che, a pochi giorni dalle elezioni regionali, una trasmissione del servizio pubblico cerchi di condizionare il voto. Sono schifato da una narrazione basata sulle dichiarazioni di un personaggio torbido, già dichiarato non credibile in diversi atti giudiziari, con cui non ho mai avuto nulla a che fare-dichiara Di Michele al quotidiano l’Adige-sono incensurato, non ho carichi pendenti, le candidature sono state verificate dall’Antimafia e sono pulite. Ho sempre preso i voti facendo politica tra la gente. Per questo darò mandato ai legali per tutelare la mia onorabilità”.
Il caso Casali: la cena che divide. Il secondo filone dell’inchiesta riguarda Stefano Casali. Report ricostruisce l’ascesa politica di Casali, attribuendo a Nicito un ruolo di facilitatore tramite l’associazione culturale e politica ‘Res’. Eletto nel consiglio comunale di Verona nelle liste di Forza Italia, Casali nel 2012 cambia casacca e si candida con la lista Tosi per le amministrative di Verona. Report riporta di una presunta cena elettorale in casa Casali alla vigilia del voto del 2012, durante la quale, secondo la testimonianza di Mercurio, sarebbe stato siglato un patto di sostegno elettorale della ’ndrangheta.

Stefano Casali
Casali ha sempre negato categoricamente l’esistenza dell’incontro. Nell’ultima puntata andata in onda su Rai3, Report porta la testimonianza di una nuova fonte, con identità protetta, che afferma di essere stata presente alla riunione e di confermare l’accordo. All’indomani del voto, Tosi viene eletto sindaco e Casali vede le sue preferenze aumentare in modo significativo: 1704 contro le 516 del 2007. Mercurio, in finale, aggiunge un ulteriore dettaglio a Report: una cena di festeggiamento in un ristorante che il titolare, raggiunto dal giornalista Molino, dice di ricordare senza però entrare nei dettagli sui partecipanti.
Casali ha sempre smentito la ricostruzione di Report. Lo fece già nel giugno 2024, in una lettera inviata alla redazione della trasmissione, in cui confermava di conoscere Mercurio solo per motivi legati alla sua professione di avvocato penalista: “l’ho assistito professionalmente, intorno agli anni 2010/2012” scriveva Casali nell’email dove smentiva la cena elettorale e qualsiasi incontro avvenuto negli uffici di Mercurio per motivi legati alle amministrative, oltre alla partecipazione all’associazione Res di Nicito.
P.V.
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