“Ritengo opportuno renderla partecipe della difficile situazione che si trovano ad affrontare le imprese venete, ed in particolar modo le Pmi, che segnalano una serie di rallentamenti e irrigidimenti da parte di alcuni istituti bancari, che hanno introdotto nuove procedure e condizioni per l’acquisto dei crediti. In generale, si registra un maggior onere a carico del cedente e, soprattutto, una minore celeritĂ nella definizione delle pratiche, dovuta al rafforzamento dei controlli, nonostante il fatto che, una volta ottenuti asseverazione, visto di conformitĂ e codice univoco, il credito da cedere sia certo”. L’assessore regionale allo Sviluppo economico del Veneto, Roberto Marcato, ha scritto al ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, e ai parlamentari veneti per condividere la necessitĂ di un intervento a favore delle imprese, per sbloccare i crediti, con particolare riferimento al mondo bancario. Marcato sottolinea come la situazione, generata da scelte ascrivibili ai precedenti esecutivi, desti preoccupazione, dal momento che i crediti giacenti nei cassetti fiscali delle imprese venete che hanno riconosciuto lo sconto in fattura, non ancora monetizzati attraverso una cessione, ammontano a circa 5 miliardi di euro. Evidenzia, inoltre, che i canali tradizionali sono sempre meno disponibili ad acquistare i crediti, con il pericolo che soggetti speculatori si insinuino nella filiera offrendo la cessione dei crediti delle aziende a condizioni molto penalizzanti, sfruttando le difficoltĂ del contesto. “Serve un intervento straordinario per sbloccare il mercato e smobilizzare i cassetti fiscali delle imprese- sottolinea in particolare Marcato- per consentire loro di tornare sul mercato e riconoscere lo sconto in fattura ai cittadini, rimettendo in moto il settore delle costruzioni che ha costituito una locomotiva della ripresa post-Covid del Paese”.
In conclusione, nella lettera indirizzata a ministro e parlamentari, Marcato chiede al Governo un intervento urgente per: semplificare e velocizzare le verifiche documentali per le cessioni successive a quelle rivolte al primo intermediario finanziario; introdurre una deroga espressa all’articolo 321 del codice penale per tutelare gli operatori onesti, escludendo la possibilitĂ che il sequestro preventivo dei crediti in capo al soggetto originariamente beneficiario del credito d’imposta possa coinvolgere anche i cessionari in buona fede; prevedere meccanismi per la trasformazione dei crediti in finanziamenti bancari assistiti da garanzia pubblica per le imprese che hanno concesso sconti in fattura ai propri clienti e che adesso non riescono a monetizzarli; promuovere la stipula di un accordo tra Governo, Associazione bancaria italiana, Cassa depositi e prestiti Spa, Poste italiane Spa e le organizzazioni imprenditoriali per accelerare la circolazione dei crediti d’imposta, garantendo la sostenibilitĂ del mercato delle cessioni per il sistema creditizio e definendo regole uniformi per valutare l’affidabilitĂ dei cedenti.