“L’emergenza c’e’: la diffusione delle sostanze stupefacenti coinvolge sempre di piu’ anche ragazzi in eta’ pediatrica, e la facilita’ di spostarsi e comprare droghe via internet ha reso il fenomeno diffuso”. Il professor Pietro Ferrara, docente di Pediatria dell’Universita’ Cattolica del Sacro Cuore e dell’Universita’ Campus Bio-Medico di Roma descrive cosi’ il rapporto che lega le giovani generazioni al consumo di droghe. Un rapporto sempre piu’ stretto che coinvolge ragazzi e ragazze anche in eta’ pre-adolescenziale. Per il pediatra, alla base del fenomeno ci sono fattori ambientali come la voglia di emulazione, l’insicurezza e la noia. Ma anche “la mancanza di dialogo all’interno del nucleo familiare, che aumenta il senso di solitudine e i punti di riferimento- spiega il prof. Ferrara all’agenzia di stampa Dire- e in questo, il ruolo del pediatra e’ determinante, accanto al ruolo svolto dalla famiglia e dalla scuole”. “Le misure di contenimento ci sono, la prima cosa da fare e’ informare i ragazzi, facendogli comprendere quali sono le conseguenze dell’uso di queste sostanze- continua il dott. Ferrara- La seconda cosa da fare e’ diffondere la cultura del dialogo tra genitori e figli. L’eta’ adolescenziale e’ un po’ una terra di mezzo, bisogna aumentare la possibilita’ che chi si occupa dei ragazzi e delle ragazze sia piu’ vicino a loro”. Ad aggravare il quadro del fenomeno, si aggiunge il fatto che gli adolescenti si trovano in una fase di sviluppo neuronale: le attivita’ e le funzioni cognitive vitali sono in crescita, e l’uso di droghe durante questo periodo di sviluppo puo’ quindi modificare la struttura e le dimensioni del cervello.

“L’abuso di sostanze stupefacenti e’ sempre nocivo- sottolinea il pediatra- ma in eta’ adolescenziale la gravita’ degli effetti e’ maggiore perche’ dovuta alla plasticita’ neuronale: e’ un periodo in cui e’ tutto in crescita, e tutto cio’ che interviene in questa fase di costruzione, incide”. Lo scenario e’ quindi da tenere sotto controllo, soprattutto perche’ avere accesso alle sostanze stupefacenti e’ sempre piu’ facile. Grazie al web, ma anche grazie all’ampliamento del mercato: “Accanto alle droghe tradizionali, ogni anno in Europa e nel mondo ci sono oltre 100 nuove sostanze che entrano nel mercato- aggiunge il prof. Ferrara- Ci sono surrogati che sotto forma di polvere ed erbe sono ancora piu’ potenti delle droghe tradizionali ed hanno invaso il mercato”. Per il professore, dunque, bisogna fare particolare attenzione alle categorie piu’ esposte, che sono ragazzi che hanno piu’ difficolta’ di inserimento, o che hanno piu’ facilita’ di accesso a sostanze stupefacenti. “Ma nessuno e’ immune dall’abuso di droghe- conclude il pediatra- perche’ le sostanze cambiano a seconda dell’estrazione sociale. Tutti possono essere, potenzialmente, dei soggetti a rischio”

 

Differenza tra droghe leggere e pesanti

Silvio Garattini, ricercatore scientifico e fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche ‘Mario Negri’ e Luigi Gallimberti, psichiatra, direttore del Servizio di tossicologia clinica delle farmacodipendenze del Sert dell’Azienda Ospedaliera e docente dell’Universita’ di Padova hanno risposto ad alcune domande per capire insieme se esiste una differenza tra le droghe leggere e quelle pesanti.

“Le droghe hanno un loro effetto che e’ diverso le une dalle altre- risponde Garattini- quindi dire leggera o pesante non ha significato perche’ per esempio la cannabis, che viene considerata una droga leggera, puo’ dare degli effetti molto pesanti perche’ ci sono studi che indicano come chi ha assunto cannabis in epoca diciamo adolescenziale dopo anche magari 15 anni ha molto piu’ malattie di tipo psichiatrico”. In questo senso sottolinea come “l’apertura di cannabis shops non e’ stata certamente una buona idea da parte del Governo e soprattutto ha creato una falsa impressione che se la cannabis si puo’ mettere in tutti i prodotti alimentari vuol dire che fa bene, e’ un brutto messaggio che abbiamo lanciato ai giovani”. Anche perche’ quella fascia d’eta’ e’ particolarmente sensibile visto che e’ il periodo in cui il cervello, per usare un termine non scientifico, e’ in crescita. Il cervello di un adolescente e’ in continua evoluzione perche’ riceve tutta una serie di messaggi, di informazioni, di stimoli da parte dell’esterno che lo aiutano a formarsi con tutte le sue connessioni, quindi inserire sostanze chimiche certamente rappresenta un turbamento di questo processo e decisamente non e’ utile allo sviluppo”.

Un rischio che corrono anche gli adulti “perche’ abbiamo dei recettori cioe’ delle proteine a cui si legano i principi attivi della cannabis e questo fa si’ che anche nell’adulto avvengano degli effetti. Naturalmente questa e’ anche la ragione per cui si sta cercando di utilizzare alcuni dei principi attivi come farmaci, perche’ ci possono essere delle situazioni in cui l’assunzione del principio attivo, non naturalmente di tutto il complesso, puo’ dare dei risultati. Ci sono degli studi sull’attivita’ antidolorifica che pero’ non hanno niente a che fare con il problema dell’utilizzo a scopo ricreativo, si tende a fare un po’ di confusione perche’ cosi’ si da’ l’idea che possa far bene, ma insomma in realta’ sono piani molto diversi e anche questi principi attivi a livello medico sono ancora molto in discussione perche’ le prove sono ancora insufficienti. Mancano degli studi comparativi per esempio nel campo del dolore con i farmaci classici antidolorifici”.

“Nelle varie sostanze- ha spiegato invece Garattini- che possono andare dal bicchier di vino alla cocaina rintracciamo una certa capacita’ di produrre una dipendenza piu’ o meno feroce. Con la riga di cocaina il rischio e’ molto alto con il bicchiere di vino e’ molto basso. Per capire l’entita’ del rischio e’ utile riferirci agli animali da laboratorio. Indurre una dipendenza in questi animali e’ molto semplice per sostanze come cocaina ed eroina, molto complessa per sostanze come il thc, alcol o alcuni farmaci come gli ansiolitici. Per evitare pandemie da abuso e dipendenze da sostanze e’ evidente che quelle ad alta potenzialita’ di indurre dipendenza vanno ‘proibite’, le altre potranno essere oggetto di regolamentazioni, piu’ o meno rigide, a seconda della sostanza in questione”.

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