Due nuove procedure diagnostiche, solitamente disponibili solo nei centri universitari e in pochi ospedali specializzati, sono ora attive anche all’ospedale di Santorso, grazie a un investimento di circa 50 mila euro da parte dell’Ulss 7 Pedemontana. L’obiettivo: migliorare la presa in carico dei pazienti con problemi di reflusso gastroesofageo e disturbi della motilità dell’esofago.
«Il polo endoscopico è da sempre un fiore all’occhiello del nostro ospedale – sottolinea il Direttore Generale Carlo Bramezza – e queste nuove metodiche rappresentano un ulteriore passo avanti nella qualità dell’assistenza, permettendo diagnosi più accurate e terapie più mirate».
Le due nuove metodiche
La prima novità è la misurazione del reflusso gastroesofageo sulle 24 ore, un esame di secondo livello utilizzato nei casi in cui la gastroscopia non è sufficiente a chiarire la diagnosi. Come spiega il dott. Lucio Cuoco, direttore dell’Unità Operativa di Endoscopia Digestiva, il test prevede l’inserimento di un sottile sondino nasale collegato a un registratore. Grazie a sensori chimici e fisici, il dispositivo raccoglie dati fondamentali sulla natura del reflusso (acido, basico o neutro), sulla sua durata, localizzazione e composizione. Questo consente di distinguere i casi di reflusso vero da quelli di natura funzionale e di impostare terapie personalizzate, evitando cure inappropriate.
La seconda metodica introdotta è la Manometria Esofagea ad Alta Risoluzione, esame utilizzato per lo studio dei disturbi della motilità dell’esofago, come la disfagia (difficoltà a deglutire). Anche in questo caso si utilizza un sondino nasale con sensori ad alta densità, che permette di ottenere una mappa dettagliata dell’attività muscolare dell’esofago durante la deglutizione. L’esame è poco invasivo, non richiede sedazione e fornisce informazioni fondamentali per stabilire la terapia più adatta, che può essere farmacologica, endoscopica o chirurgica.
Una risposta al bisogno crescente
«Il reflusso è in aumento – evidenzia il dott. Cuoco – anche a causa di fattori come sovrappeso, stress e stili di vita sedentari. Inoltre, cresce la sensibilità verso questa condizione, che si manifesta non solo con sintomi classici come bruciore e rigurgito, ma anche con tosse, laringite, asma o dolore toracico».
A occuparsi direttamente delle nuove procedure è il dott. Enrico Maria Gabrieletto, giovane gastroenterologo entrato in servizio a gennaio 2024, che ha completato una specifica formazione per l’utilizzo di queste tecnologie avanzate.
Diagnosi più precise, trattamenti più efficaci
«L’attivazione di questi esami – conclude il dott. Cuoco – consente ai nostri pazienti di accedere a diagnosi altamente qualificate senza doversi spostare in altri centri, con un notevole vantaggio in termini di tempi e qualità dell’assistenza».
