Persino Renzo Rosso, patron del Vicenza Calcio, ha voluto esprimere

il cordoglio a nome del mondo sportivo a cui Samuele era legato, dopo la tragedia di Arsiero.

“Non si dovrebbe mai morire a 12 anni, non si dovrebbe mai venire a mancare giocando ad una partita di calcetto con i propri amici. Lo sport dovrebbe essere gioia, per noi oggi è tristezza”.

Poche parole che racchiudono il dolore di una comunità che sta soffrendo per quella che appare una tragedia ingiusta. Samuele, calciatore che a soli 12 anni metteva la passione di un piccolo professionista, rimarrà sicuramente nei cuori di chi lo ha conosciuto per sempre.

Bambino più sveglio rispetto alla sua età anagrafica, simpatico, geniale e innamorato del fratello più piccolo, che non potrà vedere crescere, era un bambino che sembrava scoppiasse di salute.

Tifoso del Barcellona, quando giocava indossava sempre la maglia dei colori della squadra spagnola.

Arsiero non riesce ad accettare che quel piccolo così vivace, educato e allegro non ci sia più.

Da quando il padre Luca e mamma Elvia si erano trasferiti ad Arsiero, quel bambino non era sfuggito all’attenzione degli abitanti del paese. Giovedì sembrava impossibile e surreale la scena dei rianimatori del Suem che tentavano di riportalo in vita con un massaggio cardiaco.

Lo hanno fatto per 45 minuti, che sono sembrati un’eternità, per quella madre che nel frattempo lo stringeva e lo baciava. Il paese si era riversato tutto all’oratorio Don Bosco, dove era appena atterrato l’elisoccorso.

Il rumore delle eliche aveva fatto intuire che fosse accaduto qualcosa di grave, ma una tragedia così enorme nessuno aveva potuto immaginarla.

Il medico legale ha parlato di malore durante la partita di calcio ma c’è cautela nel dichiarare quali possano essere state le cause che probabilmente solo l’autopsia stabilirà.

Arsiero si è stretta attorno ai genitori di Samuele, che adesso devono pensare anche al piccolo Matteo, di 5 anni.

Si sono chiusi in un dolore silenzioso che il sindaco Occhino sta rispettando in attesa di poterli andare ad abbracciare.

“C’ero anche io l’altro pomeriggio al patronato, ma sono stata in disparte, non me la sono sentita di avvicinarmi. Non dimenticherò mai quella giovane mamma, che potrebbe essere mia coetanea, mentre piangeva disperata accanto al corpicino senza vita di Samuele”.

di Redazione Altovicentinonline

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