Non si placano le polemiche riguardo alle piste ciclabili, in particolare per il comune di Breganze scende in campo il Coordinamento Tutela Territorio Breganze), con il portavoce e  presidente Sergio Carrara. Tramite un comunicato inviato oltre che alla stampa, a tre consiglieri regionali di minoranza e a breve anche a livelli regionali di Governo, mette in luce diverse criticità ancora irrisolte sul tratto toccato dalla nuova arteria, la terza tratta funzionale della Pedemontana Veneta, 15km di prolungamento che dal casello di Breganze porta a quello di Bassano del Grappa Ovest. “Un tratto strategico” secondo il presidente della Regione Luca Zaia, che all’apertura della superstrada aveva presentato l’opera come indispensabile per “consentire il dimezzamento dei tempi di percorrenza tra le diverse località servite dalla nuova arteria stradale”. Eppure quest’opera ha sollevato non pochi problemi, considerando il caso specifico di Breganze dove i due km di pista ciclabile non ancora collaudati e trasferiti e un ponte. Carrara denuncia anche un serio incidente avvenuto nella scorsa primavera proprio, a suo dire, a causa di una progettazione inadeguata e priva di adeguata visibilità. Uno scontro tra ciclisti che è solo uno dei diversi episodi che si sarebbero verificati in quel tratto, situazioni più lievi ma comunque potenzialmente pericolose. Viene riportato come pericolosa anche l’articolazione di sottopassi nei pressi della Zona Industriale (rotatoria a ridosso di Diesel Headquarter). Nella nota inviata ai consiglieri, Carrara rimarca il fatto che “già dalle prime esperienze di percorribilità di quel tracciato (comunque utile) si notava la pericolosità di quella soluzione viabile nelle circostanze di sottopasso della complanare SPV e
della SP Chizzalunga. Manca la visibilità nei tratti di curva subito a ridosso di una rapida salita/discesa di livello; inoltre in quel luogo si incrociano due percorsi.” Visto il tratto di strada con ridotta visibilità, è quindi indispensabile a suo avviso, predisporre strumenti come segnaletica e specchi, che invitino all’adeguata prudenza nel transito ciclabile e pedonale.
Procede poi contemplando “la misera fine delle alberature di mitigazione. Nel nostro comune notiamo che, a tre anni di distanza dalla messa a dimora, sopravvive circa il 10% degli alberi. Che fine sta facendo la proclamata “foresta di 32.000 alberi” che accompagnerebbe/mitigherebbe la SPV promessa da Zaia nel 2020?”. Il cttb non accetta come giustificazione la limitazione di uffici e cantieri per via di un “sofferto completamento della superstrada”, “le opere abbandonate a se stesse sono già in degrado, con danno riguardo a risorse ed investimenti che ricadono sulla spesa pubblica”. Insomma, un’insieme di disservizi che secondo CTTB hanno comportato e comporteranno oneri economici che si rifletteranno sui bilanci pubblici.

 

 

 

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