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n una chiesa gremita di giovani, con la gente che fin da fuori si accalcava per seguire l’omelia del parroco, don Alfredo, si sono tenuti oggi pomeriggio i funerali di Piero Tosello. Come ci si poteva aspettare, visto il numero di messaggi di cordoglio giunti alla famiglia oralmente, per iscritto e su facebook, nessuno ha voluto mancare al saluto ad un grande uomo di sport e di politica.
Il parroco ha ricordato,citando San Paolo, che il cristiano ha il compito di portare la gioia e la consolazione a chiunque ne abbia bisogno intorno a lui, e così ha agito Piero Tosello,che ha saputo comunicare a tutti quelli che gli stavano intorno tanta gioia di vivere ed entusiasmo.

 

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Grande mister, ha lasciato il segno nei suoi giocatori che in gran numero erano presenti nella chiesa per ricordarlo: “Ricorderò sempre il suo carisma – ha commentato il sindaco di Chiuppano, Gianpaolo Maino, che per anni è stato presidente del Carrè – e la sensibilità con cui sapeva intuire le caratteristiche dei suoi giocatori” .
“Anche come sindaco si è impegnato per il bene del paese di Carrè, con la proposta di iniziative innovative, ma ha sempre saputo dare attenzione anche ai singoli che cercavano il suo aiuto”, ha ricordato il sindaco di Carré.

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Attilio Schneck, commissario della Provincia di Vicenza ha raccontato come Piero, già esperto nel compito di sindaco, sia stato una guida per lui al suo primo incarico e gli abbia insegnato soprattutto l’oculatezza e il grande senso di responsabilità nel “gestire i soldi degli altri”.
Presenti anche il sindaco di Zugliano Romano Leonardi e molte altre personalità del mondo sportivo e politico.
Ma soprattutto, come ha evidenziato il parroco, la chiesa era piena di giovani, che, quasi a voler rispettare la volontà di Piero Tosello di unirli il più possibile, sembravano essersi dati appuntamento tutti insieme a formare la gigantesca squadra degli ‘amici di Piero’.
Hanno voluto salutarlo così, dimostrandogli di aver imparato la sua lezione di vita, quella di allargare il più possibile il legame di amicizia che li legava fra loro ed a lui.
Umberto D’Anna

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