“La situazione somiglia molto a quella di marzo scorso, meglio ancora a quella di febbraio, quando avevamo alcune regioni molto bersagliate e altre che non avevano problemi. Pensiamo al Lazio, alla Toscana, alla Campania o alla Sicilia: praticamente non avevano casi, cioe’ la prevalenza era molto bassa. Oggi noi abbiamo i casi concentrati in alcune aree, dove probabilmente hanno circolato molto le varianti e dove c’e’ stata una circolazione magari nelle generazioni piu’ giovani, che hanno poi portato a quelle piu’ anziane. Ed e’ li’ che le cose non vanno bene”. Risponde cosi’ il direttore della Clinica di Malattie Infettive dell’ospedale San Martino di Genova, Matteo Bassetti, interpellato dall’agenzia Dire in merito alla sensazione che stanno avendo molti italiani, cioe’ che non sia passato un solo giorno dal marzo dello scorso anno. “Pero’- aggiunge Bassetti- ci sono altre regioni in cui invece le cose vanno molto bene: oggi nel mio ospedale abbiamo un reparto vuoto al 50% e se guardiamo i contagi stiamo messi molto bene. Lo stesso oggi lo si puo’ dire del Lazio, del Veneto e della Toscana (esclusa l’area di Firenze), dove la situazione non mi pare cosi’ compromessa e anzi regge abbastanza bene. Nelle varie aree del nostro Paese, relativamente ai contagi, c’e’ una situazione molto a ‘macchia di leopardo’. È per questo che io dico che usare le stesse misure a distanza di un anno, sapendo quelle che sono le conseguenze di un lockdown generale sull’economia, sulla cultura, sulla socialita’ e sul sistema sanitario, non so se sia una buona idea. Tuttavia, se sara’ presa questa decisione ovviamente ci adegueremo”. Certo e’, aggiunge ancora Bassetti, che “a distanza di un anno, essere stati il primo Paese colpito dal Covid dell’Europa occidentale e l’ultimo dell’Europa occidentale come numero di vaccini mi fa molto male. L’Italia e’ al 46esimo posto nel mondo come dosi somministrate per 100 abitanti, questo vuol dire che qualcosa in Italia non ha funzionato. Abbiamo scaricato tante colpe su un’unica persona, ma non credo che fosse solo lui il responsabile di una campagna vaccinale che non e’ ancora decollata e che mi auguro possa farlo presto. Altrimenti, rischiamo di avere tante altre ondate”, conclude.
Il Pd: Veneto quartultimo per vaccini’
Al di la’ degli annunci del presidente della Regione Luca Zaia, “che ogni giorno declama la potenza di fuoco della macchina vaccinale veneta”, il Veneto rimane “la quartultima Regione nella classifica nazionale per numero di persone vaccinate”. Lo evidenziano i consiglieri regionali democratici Giacomo Possamai, Vanessa Camani e Francesca Zottis. “Zaia dichiara che sta spingendo al massimo la campagna vaccinale, che le Ulss si stanno riorganizzando e si faranno presto accordi con i privati, con gli industriali e altre categorie per la vaccinazione perche’ presto arriveranno altre dosi. Ma dopo oltre due mesi di annunci continuiamo ad essere tra le Regioni piu’ indietro con la copertura vaccinale”, attaccano i tre dem. “L’impressione che il piano regionale vada a rilento tra incertezze, ostacoli e cambi di strategia non e’ solo nostra, ma sembra essere anche del ministero della Salute, visto che leggiamo di un piano speciale di aiuto a supporto del nostro territorio per accelerare le somministrazioni. Forse servirebbero meno annunci roboanti, e un paziente e certosino lavoro di organizzazione e di logistica, che in tempi rapidi valorizzi personale e strutture esistenti e arruoli quelle disponibili sul campo”, concludono Possamai, Camani e Zottis.
