Un’altra vacca ridotta a brandelli e la paura è tornata tra i montanari delle malghe dell’Altopiano. L’orso M4 non si è fermato e la scorsa notte, a Malga di Mezzo a Gallio, ha ucciso una manza. Ma questa volta sembra averlo fatto per semplice diletto, visto che non ha mangiato nessuna parte dell’animale, pur avendolo completamente eviscerato.

 

La sezione provinciale di Coldiretti torna sull’argomento con forza in difesa della sua categoria. “Ci troviamo di fronte ad una belva che non si fermerà certo da sola – ha spiegato il presidente Martino Cerantola – e che non uccide per l’oggettiva esigenza di cacciare animali e sfamarsi, bensì per il piacere di far soffrire. Lo testimoniano innumerevoli precedenti episodi, dalla vacca uccisa mentre aveva in grembo un vitellino che sarebbe nato a giorni a quella a cui sono state strappate le mammelle”.

Si tratta sicuramente di episodi crudi e violenti, di cui sono protagonisti animali che dopo aver sofferto per ore sono stati soppressi. E la situazione diventa ancora più preoccupante se si analizza l’economia del territorio montano. “Si fa un gran parlare di benessere animale – proseguito il presidente Martino Cerantola – e poi si rimane a guardare le atrocità che questo orso compie, lasciando che gli imprenditori contino i danni e piangano gli animali barbaramente uccisi. Guardando le foto dell’animale ucciso nella notte tra domenica 27 e lunedì 28 luglio non si può non provare sentimenti di rabbia e di pietà. E nessuno pensa alle atroci sofferenze che questa belva provoca”.

Coldiretti Vicenza, dopo l’appello congiunto delle Associazioni di categoria di Asiago e le prese di posizione di molti soggetti istituzionali, denuncia un generalizzato disinteresse nel trovare la soluzione al problema e fermare l’orso che continua a sterminare le mandrie e semina terrore nel territorio. “La stagione estiva è già flagellata da un clima certamente avverso per il turismo – ha detto Cerantola – e se a questo aggiungiamo le vittime dell’orso M4 il quadro diventa decisamente nero ed agli allevatori conviene chiudere con l’attività in montagna e dedicarsi ad altro. Con grande rammarico non possiamo che constatare che dobbiamo fare i conti ancora una volta con un contraltare politico che incede a stento e soltanto con le promesse. L’orso va catturato e spostato con urgenza dove non può fare danni. Teniamo presente – ha concluso – che si tratta di un orso problematico, incline ad uccidere non per sfamarsi, quindi totalmente fuori controllo e pericoloso, tanto che nelle sue due ultime scorribande ha attaccato malghe vicine ai centri abitati”.

 

Anna Bianchini

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