La notizia è stata diffusa dalla stessa società ed era nell’aria da tempo. Nove avvisi di garanzia sono stati fatti  notificare dalla Procura di Vicenza ai  manager della Miteni Spa di Trissino , nell’ambito dell’inchiesta sull’inquinamento da Pfas (le sostanze perfluoro alcaline) sul territorio.

Sotto sequestro l’area «in cui i tecnici ambientali Miteni nei giorni scorsi hanno ritrovato un deposito di materiale di presumibile origine industriale, fuori dallo stabilimento e in prossimità del torrente Poscola». Il personale dell’azienda, precisa Miteni, ha dato piena disponibilità e collaborazione per l’esecuzione degli atti disposti dall’autorità giudiziaria, così come l’attuale proprietà e l’attuale gestione «hanno fatto fin dal suo insediamento, con ogni istituzione». Miteni sottolinea che «il seppellimento di rifiuti ai margini dello stabilimento, avvenuto presumibilmente negli anni Settanta, è un potenziale danno contro la collettività, contro i lavoratori di Miteni e contro l’azienda stessa. Il sequestro e l’approfondimento dei fatti da parte della Procura di Vicenza – precisa – è un atto che va a tutelare tutte le persone, il territorio e chi ha sempre operato nel pieno rispetto delle leggi e dell’ambiente».

Miteni , infine, ricorda di avere investito negli ultimi due anni oltre 2 milioni di euro per la depurazione della falda e la ricerca di eventuali contaminanti nel sottosuolo.

«L’azienda continuerà a mantenere il proprio impegno e apertura con il territorio – conclude – offrendo la massima collaborazione». L’inchiesta dei pm Hans Roderich Blattner e Barbara De Munari fa perno sulla contaminazione delle acque di falda e superficiali che coinvolgerebbero vari comuni tra le province di Padova, Verona e Vicenza.

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