I canili sono fatti così: le storie in entrata sono sempre tristi, fatte di abbandoni, se non di violenze. Quelle in uscita invece sono quasi sempre allegre, con una nuova famiglia all’orizzonte disposta ad accogliere con affetto quattro zampe in più. Ma ci sono anche storie incomprensibili. Come quella di Spritz, un bastardino di dieci anni e dieci chili,

accalappiato a Malo una ventina di giorni fa e portato al canile sanitario dell’Ulss 4 a Marano Vicentino. Ma, e questo è l’incomprensibile denunciato dalla sezione Enpa di Thiene, Spritz è stato trasferito al canile di Lonigo. Perché? Da chi è partito l’ordine? “Lo abbiamo chiesto anche noi – spiega Fabiola Bertoldo, presidente dell’Enpa di Thiene – ma nessuno, né il dottor Piovanelli, responsabile Servizio Veterinario Ulss 4, né il Presidente della Conferenza dei Sindaci, ci hanno dato una risposta. Anzi, ciascuno dà la responsabilità all’altro”.

A spiegare perché il trasferimento di Spritz è grave e incomprensibile lo spiega la stessa presidente dell’Enpa. “L’unico canile funzionante per i 32 comuni dell’Alto Vicentino è quello di Marano. Che però è sempre vuoto. Lì i randagi, in base a una legge regionale possono sostare fino a 60 giorni. Spritz l’hanno tenuto 20 giorni. Quando l’hanno preso era terrorizzato, spaventato, chissà con che storia alle spalle. Noi dell’Enpa l’abbiamo avvicinato, tranquillizzato. Era quasi pronto per essere adottato da qualche famiglia. E d’improvviso è stato trasferito nella struttura di Lonigo, a 65 km di distanza. Così semmai una famiglia avesse voglia di adottarlo, dovrebbe fare 65 all’andata, 65 al ritorno, 130 chilometri per andare a prendersi il cane: un giorno di ferie. Già è difficile normalmente l’adozione, così diventa quasi impossibile. Senza contare che portandolo così lontano rende impossibile qualsiasi intervento anche da parte nostra, dei volontari dell’Enpa”. E c’è anche un problema legato al meteo: “Oltre alla distanza e agli orari impossibili, i gestori privati di Lonigo hanno imposto che non si può entrare nella struttura se nevica, se ghiaccia e neppure se piove. Con queste premesse le possibilità che Spritz trovi una muova famiglia sono praticamente pari a zero”.

C’è peraltro il precedente di altri due randagi, Perla e Querido, catturati a Montecchio ad agosto dello scorso anno, e nel giro di appena poche ore trasferiti a Lonigo, dove ancora oggi si trovano. “E senza che abbiano fatto il minimo miglioramento – sottolinea Fabiola Bertoldo -, sempre rinchiusi in gabbia, terrorizzati come il primo giorno. Pensi che c’è una famiglia di Breganze che voleva assolutamente adottare Perla. Ebbene, tre settimane fa hanno scritto al Servizio Veterinario della Ulss 4 chiedendone l’adozione, ponendo però come condizione il ri-trasferimento nel canile di Marano Vicentino dove i nostri volontari avrebbero cominciato un percorso di recupero dell’animale. Parliamo del minimo per poter essere adottati: riuscire a mettergli collare e guinzaglio, cose così. E il nostro lavoro, è bene ricordarlo, è totalmente gratuito. Insomma, dopo 3 settimane dal Servizio Veterinario non si sono nemmeno degnati di rispondere a questa famiglia. Nulla, solo silenzio. E il cane resta in canile. Il che, anche questo è bene ricordarlo, è comunque un costo per la collettività. Questo vuol dire ostacolare ogni possibile occasione di adozione”.

di Redazione Thiene on line

 

 

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