L’ennesimo acquazzone era stato preannunciato e atteso da tutti ma una bomba d’acqua di questa portata Piovene proprio non se l’aspettava. La pioggia ha iniziato a scendere verso le 21 di ieri con forti raffiche di vento, ha raggiunto l’intensità massima poco prima delle 23 e proprio a quell’ora, quando ormai tutti erano a letto o stavano andando a dormire, il Summano ha riversato in pochi minuti un torrente d’acqua del tutto simile a quello del 30 luglio scorso.

 

Questa volta ancora più spaventoso, che si è incanalato ancora una volta lungo la martoriata Val de l’Oca e lungo via Levrena, posizionate proprio ai piedi del monte, portando con sé sassi di grosse dimensioni e materiale raccolto durante la sua corsa: rami, sterpaglie, ghiaia e naturalmente centinaia di metri cubi di fango. L’acqua si è riversata direttamente nel centrale Piazzale della Vittoria che, immortalato dagli scatti notturni fatti da qualche coraggioso passante, lo fanno apparire come Piazza San Marco durante l’alta marea.

 

Il fiume di acqua e detriti si è poi riversato lungo via Laguna, sommergendo anche Piazzale degli Alpini. Cantine e taverne si sono riempite in brevissimo tempo tirando giù dal letto tutti gli abitanti del centro del paese che, in ansia per la propria casa, hanno iniziato a spalare il fango, aiutandosi a vicenda in base alla gravità dell’allagamento. Dopo mezzanotte sono accorsi 10 mezzi dei Vigili del fuoco che con 7 idrovore hanno lavorato fino alle 4 del mattino per eliminare l’acqua dagli scantinati e liberare le strade, ai quali si sono aggiunti più tardi i volontari della Protezione civile di Santorso, la Protezione civile Valleogra e i volontari degli Alpini. Centinaia di piovenesi hanno passato la notte insonne e, per chi li ha visti all’opera, sembravano dei carcerati ai lavori forzati.

 

“Verso le 2 di notte”, ha testimoniato una giovane, “ci siamo accorti che continuavamo a spalare e spalare ma il fango non calava mai, e abbiamo avuto paura”. Molti hanno sgomberato le stanze e riversato all’esterno mobili e oggetti vari per poter liberare i pavimenti dal fango e salvare il salvabile. Tutti sono preoccupati per i prossimi giorni e iniziano già a contare i danni economici, che si sommano a quelli del mese scorso. “Qualcosa deve essere fatto assolutamente, è già la terza volta che liberiamo le case dal fango”, hanno ripetuto di continuo i cittadini colpiti, “e chi ci risarcirà inoltre dei soldi che abbiamo speso per sgomberare le nostre cantine?”.

 

Il sindaco di Piovene Erminio Masero, anche lui impegnato in prima persona a prestare aiuto, non ha nascosto la stanchezza e l’ansia per l’incognita dei prossimi giorni, raccontando quello che ha vissuto in prima persona: “Ero appena andato a letto, ma avevo un presentimento, così ho lasciato acceso il telefono, e non mi sono sbagliato. Verso le 23 hanno iniziato a chiamarmi per segnalare le inondazioni, così sono uscito ed ho allertato i Pompieri. Lo spettacolo era terribile: cataste di legna portare giù dal monte dalla forza dell’acqua, in pochi minuti. Piazze a case coperte di fango e il monte che riversava ghiaia come una cascata”.

 

Dopo l’ansia e la paura Masero ha però fatto spazio alla polemica sui i lavori di incanalamento dell’acqua che sono stati fatti negli anni scorsi sul Summano, tanto al di là nel tempo che se ne è quasi persa memoria. “Abbiamo bisogno che siano fatti dei seri interventi sul Summano. Non capisco perché nei decenni scorsi è stato deviato con due tubature irrisorie il percorso storico su cui si incanalava l’acqua durante i periodi di pioggia, cioè dalle Fontanelle alla valle del Brentegnan, verso il percorso che sta facendo adesso, cioè lungo la Val de l’Oca – racconta il primo cittadino – . La corsa dell’acqua deve tornare in quella vecchia direzione e immettersi direttamente nell’Astico, abbandonando il percorso attuale. Le falde sono piene e non c’è altra soluzione. La settimana prossima abbiamo un incontro con Schio, Santorso, Velo ed Arsiero per definire la priorità degli interventi, e vedremo di trovare una soluzione”.

 

Infine Masero ha lanciato un appello ai cittadini, per la richiesta dei risarcimenti: “Se ci verrà concesso lo stato di calamità potremo richiedere un risarcimento per i danni subiti, ma tutti devono essere documentati con foto e fatture, altrimenti corriamo il rischio che il risarcimento possa non venire concesso”.

 

Fortunatamente Caltrano, Carrè, Cogollo e i comuni limitrofi hanno subito solo lievi danni, qualche muretto caduto e piccoli allagamenti, ma la situazione è rimasta sotto controllo. Sabato è prevista un’altra ondata di pioggia di grossa portata, e a Piovene temono il peggio. E’ già stato chiesto lo stato di allerta.

Marta Boriero

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