Ha trascorso trent’anni della sua vita a occuparsi di impresa applicata al sociale, gli ultimi a capo di un consorzio che raggruppa una sessantina di cooperative. Uno che parla di “persone fragili”, di “categorie disagiate”, uno che vuole apertamente tendere una mano a chi, per vari motivi, si trova a camminare ai margini della società. Uno che parla un linguaggio non abituale in politica.

Lui è Franco Balzi, 52 anni. E’ lui è il candidato sindaco della lista civica “Il paese che vogliamo”, il naturale successore di Piero Menegozzo, che dopo 10 anni alla guida del Comune di Santorso è ormai a fine mandato.

Balzi, da dove le nasce questa necessità di provare il brivido dell’esperienza della politica?

“Di solito si parla di politica come un’entità distante, come di un’altra cosa. Io per molti anni mi sono occupato di impresa, con l’obiettivo di costruire un capitale sociale per migliorare il benessere della società, e nello specifico delle persone più fragili. E non lo dico come uno slogan, è proprio la verità: offrire una chance a chi è emarginato. Questa è sempre stata la mia priorità”.

Come imprenditore. E come politico?

“Credo che gli ambiti non siano così distanti. Fin da piccolo sono stato educato allo spirito di servizio, so che si tratta di una locuzione abusata, ma è così”.

E lo spirito di servizio l’ha spinta ad accettare la candidatura?

“Esattamente. L’offerta è arrivata, del tutto inaspettata, ai primi di dicembre. Cercavano una persona che, oltre a condividere il fondamento della lista civica, avesse agilità di movimento sul territorio, nel rapporto con istituzioni e imprese. E hanno pensato a me. E alla fine, dopo aver riflettuto a fondo, e dopo aver superato la sorpresa iniziale, ho deciso di accettare la sfida. E la responsabilità. Non è semplice succedere a un sindaco come Pietro Menegozzo. Qui a Santorso, ma non solo, è stato realmente un punto di riferimento”.

A proposito di Menegozzo, come giudica la sua esperienza? Nel senso, c’è qualche punto della sua azione alla guida dell’amministrazione di Santorso che secondo lei va corretto?

“No, in franchezza nessuna correzione. Mi riconosco molto nel suo programma. Menegozzo ha tracciato un solco. A me, anzi alla nostra squadra, spetterà seguire quel sentiero, se i cittadini vorranno darci ancora fiducia. Ecco, semmai bisognerà portarlo avanti aggiornandolo, adeguandolo alle difficoltà di questi ultimi anni. Negli ultimi anni sono cambiate tante cose, tante famiglie si sono scoperte in difficoltà. E quindi è fondamentale riuscire a dare una mano non solo alle tradizionali categorie di emarginati, ma anche, per fare un esempio, al 45enne che si è ritrovato senza lavoro. E io ho sensibilità su questo argomento. La mia idea è di un Comune che accompagni, che faccia comunità. Non un Comune che diriga, ma sullo stesso piano dei cittadini. La partita si gioca insieme, siamo nella stessa squadra”.

Proposito nobile, ma difficile da tradurre in pratica…

“Difficile, ma non impossibile. Non posso promettere assunzioni dirette, che l’amministrazione non può assolutamente fare, ma il Comune ha molte risorse, molti bene che potrebbero essere sfruttati con idee imprenditoriali e coraggiose. Penso ai ragazzi soprattutto: portate progetti, il Comune vi darà una mano”.

Ascolto e sostegno.

“Esattamente, e non solo per i giovani”.

Può bastare?

“Ovviamente no. Ma pensiamo ai fondi europei, alle difficoltà di accedervi singolarmente. Ma se facessimo rete, anche con altri Comuni del territorio, la nostra realtà diventerebbe più grande al punto da poter competere. E Santorso dovrebbe essere capofila di questa rete, che a sua volta potrebbe generare nuove possibilità di lavoro. Insomma, dovremo essere in grado di cogliere qualsiasi opportunità che possa aiutare i nostri cittadini a uscire dalla situazione di difficoltà. A noi il compito di ‘leggere’ la realtà che cambia. Per questo ho messo al lavoro quasi settanta persone, per stilare un programma ricco di idee, proposte, valutazioni”.

Un mese alle elezioni: che competizione si aspetta?

“E’ ancora presto per giudicare, si stanno appena definendo gli altri schieramenti”.

Due aggettivi per definire oggi il suo stato d’animo.

“Entusiasta. Perché mi alzo la mattina contento del lavoro che vado a fare. E’ un bell’approccio, mi creda. E poi fiducioso. Perché ho il vantaggio, il privilegio di succedere a una figura come quella di Piero Menegozzo. Un privilegio, perché partiamo da un’esperienza pluriennale, da un grande rapporto di fiducia con la cittadinanza. Una bella eredità, un pieno di benzina. Ma è anche una grande responsabilità”.

Dica la verità Balzi, si sente già sindaco?

“No, assolutamente. Tranquillo sì, fiducioso sì, lo ripeto. Ma l’eventuale elezione è ancora tutta da costruire e da meritare”.

di Redazione Thiene on line

 

 

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