Si sono svolti questa mattina nella chiesa Arcipretale di Zugliano i funerali di Alessandro Crivellaro, il 47enne morto suicida lo scorso lunedì. E nel silenzio assordante di una navata gremita all’inverosimile, una cosa è risuonata forte e chiara: non c’è nessuna crisi economica dietro il gesto dell’imprenditore, che avrebbe quindi deciso di farla finita a causa di una forte depressione. A lanciare il messaggio a lettere cubitali l’omelia di Don Giovanni Marchiorello e il saluto di Gianni Saccardo, socio di Crivellaro nella Inservice di Schio.

 

‘E’ più facile leggere le costellazioni di una galassia che interpretare il volto di un uomo – ha detto Don Giovanni Marchiorello – Per Alessandro si è rotto un vetro e quel vetro si è rotto per tutta la comunità. Ma quel vetro ci deve aiutare a vedere meglio la realtà e a capire che dobbiamo trovare le forze per essere presenti e mostrare la nostra solidarietà. In ogni persona – ha continuato – c’è una parte di bene e di male. Veniamo contagiati dal bene delle persone che ci sono vicine, ma possiamo anche essere travolti dal loro male. Conosco molto bene l’Altopiano di Asiago – ha spiegato paragonando il luogo di montagna alla vita stessa – e quando ci cammino mi aspetto di trovare ruscelli, paesaggi bellissimi e sorgenti d’acqua. Ma spesso mi accorgo che ci sono buchi e dirupi che non mi aspettavo di trovare e che rischiano di inghiottirmi’. Ed è proprio in uno di questi buchi neri che è finita la vita di Alessandro Crivellaro, che dopo essersi lanciato dal quarto piano della finestra del suo ufficio ha lasciato la moglie Ledy Campese da sola con il loro Giovanni di appena 6 anni. Ed è proprio a lei e Giovanni che sono andate tutte le preghiere di speranza, invocate perché lei e il suo piccolo abbiano la possibilità di avere un futuro ricco di luce.

L’intervento commovente del socio di Crivellaro, Gianni Saccardo, ha tolto ogni dubbio sul fatto che la loro azienda, nata 12 anni fa, navigasse in cattive acque. ‘La nostra era una piccola e solida realtà – ha sottolineato Saccardo con la voce rotta dal pianto – e abbiamo lavorato in sintonia da subito’. A confermare quanto da lui dichiarato, anche le testimonianze di alcuni clienti della Inservice, disposti ad attendere giorni per avere i servizi dell’azienda sempre carica di lavoro.

La cerimonia composta e silenziosa si è conclusa con la bara in legno chiaro sormontata da rose bianche diretta verso la cremazione. L’assenza del piccolo Giovanni e la compostezza della moglie Ledy hanno commosso la folla giunta per dare l’estremo saluto ad Alessandro Crivellaro, il cui carattere schivo e introverso non ha permesso di lasciar trasparire il tarlo della depressione che si agitava nella sua testa.

Anna Bianchini

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia