Condanna penale ad Alex Cioni, con 1.300 euro di multa e 5 giorni di prigione, per aver organizzato una manifestazione non autorizzata a Schio contro i profughi in arrivo all’Hotel Eden.

Un fulmine a ciel sereno, che ha colto di sorpresa il leader e portavoce di ‘Prima Noi’ il comitato di cittadini che si sono riuniti per contrastare l’immigrazione clandestina e l’accoglienza “indiscriminata” di profughi africani.

“Un’intimidazione di stampo politico che mira a fermarci – ha spiegato Cioni, che farà ricorso alla condanna e non ha nessuna intenzione di smettere l’attività del Comitato –  nonostante la pressione di qualche politico a cui evidentemente diamo fastidio. Tra l’altro, una sentenza penale di questo tipo non prevede il contraddittorio né la presenza in aula, si viene giudicati e si subisce la sentenza”.

Condanna comunque sospesa, perché l’imputato è incensurato. La sentenza penale riguarda un fatto successo il 17 luglio scorso. All’annuncio dell’arrivo di qualche decina di profughi africani all’Hotel Eden di Schio, Cioni e Prima Noi avevano affisso alcuni striscioni alle vetrate per manifestare il loro dissenso all’utilizzo dell’immobile come centro di accoglienza.

“Uno striscione in un posto privato non è una manifestazione per cui la condanna per manifestazione è assurda – ha spiegato Cioni – Chiamare manifestazione un’iniziativa come la nostra, che tra l’atro è durata pochi minuti, non ha senso ed è chiaro che il fatto è stato strumentalizzato. Ho sempre rispettato leggi e regole e non facciamo nulla di nascosto. Si possono non condividere le nostre idee, ma non c’è nulla di sovversivo. In ogni caso – ha continuato – io prendo la condanna come un regalo, perché è chiaramente un segnale politico che sa tanto di intimidazione e minaccia. E fatto da un’istituzione pubblica è anche piuttosto grave”.

Per Cioni, non ci sono i presupposti per considerare ‘manifestazione senza preavviso’ quanto successo il 17 luglio 2016.

“Prescindendo dall’aspetto giuridico, siamo dinnanzi ad un abuso da parte di alcuni funzionari di polizia che con questa denuncia evidenziano logiche più politiche che di pubblica sicurezza – ha sottolineato Cioni – Mentre certi funzionari attuano incautamente una caccia alle streghe, i confini italiani sono un colabrodo e ci ritroviamo con decine di migliaia di falsi profughi che bivaccano nelle nostre città di cui molti già attivi nella rete della criminalità comune, mentre altri potrebbero essere elementi connessi al terrorismo di matrice jihadista. Non è la prima volta e non sarà l’ultima, ma è vergognoso che lo Stato arrivi a mostrare i muscoli con chi agisce in piena ed assoluta trasparenza. Comunque – ha concluso – questo provvedimento non ci impedirà di proseguire nelle nostre attività di sensibilizzazione pubblica nel contrasto alle politiche di immigrazione e il relativo affare milionario che ci gira attorno”.

A.B.

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