“Contro i fondamentalismi, contro la guerra”, “make peace, not war”. Sono alcuni degli striscioni che 150 studenti delle scuole superiori di Schio hanno mostrato durante la manifestazione di questa mattina in solidarietà delle vittime dei fondamentalismi, contro la guerra e contro il fascismo. Gli studenti sono sono rimasti fuori dagli istituti, saltando la prima ora di lezione, confrontandosi tra di loro su quanto sta accadendo a Parigi e nelle altre aree del mondo e fissando un nuovo appuntamento per predisporre nuove iniziative, prima della manifestazione di venerdì in piazza. “Siamo profondamente scossi da quanto successo Parigi che, per la seconda volta pochi mesi, è stata obbiettivo di un vigliacco attentato da parte dei terroristi dell’Isis – si legge in un documento diffuso in varie città del Veneto e sottoscritto anche dal Coordinamento Studentesco Schio –  Siamo scossi perché gli attentatori hanno mostrato un odio freddo e irrazionale andando a colpire bersagli privi di qualsiasi valore politico, aprendo il fuoco su inermi cittadini nei luoghi di ritrovo e socialità. Ma siamo anche scossi dal numero incredibile di sciacalli che subito hanno gridato alla chiusura delle frontiere, all’odio a loro volta contro il diverso, alla militarizzazione delle nostre città. Ci spaventa che chi scappa dall’ Isis, chi ha vissuto gli attentati Parigi, non due, ma cento volte sia per questi politici dell’odio allo stesso livello di chi, il terrore, lo ha scelto come strumento di potere e comando. Questo cortocircuito logico vogliamo, come prima cosa, distruggere e vogliamo farlo in modo chiaro: l’ Isis va fermato, per questo siamo al fianco, non di chi bombarda indiscriminatamente da centinaia di chilometri di distanza, ma di chi ogni giorno si oppone all’avanzata dell’Isis coi propri corpi e la propria volontà”.  20151120_082815Gli studenti si dicono “vicini ai guerriglieri curdi che da mesi ormai sacrificano se stessi per una battaglia che è dell’umanità intera, attaccati non solo dai terroristi dell’ Isis, ma anche dalla Turchia di Erdogan. Siamo al fianco delle centinaia di rifugiati che scappano dall’orrore, ma che lasciamo morire ai nostri confini e nei nostri mari, mentre a tavolino i politici discutono di quanto petrolio comprare a chi poi, l’Isis, lo finanzia ogni giorno”.  Ma non solo, i ragazzi hanno anche consigli per chi governa. “Solo con un nuovo modello di società potremo impedire che i fatti di Parigi si possano ripetere, non escludendo o emarginando ulteriormente”. Venerdì gli studenti scenderanno in piazza “per mostrare la nostra vicinanza alle vittime di Parigi, ma anche alle migliaia di vite, di cui non sentiremo parlare televisione, spezzate in Libano, Turchia, Siria e decine di altri paesi – si legge nel documento –  Vogliamo essere in piazza anche per chiedere di non ridurre a emergenza la resistenza all’Isis. Ma soprattutto vogliamo far cessare quella narrazione che vorrebbe vederci piombare in uno scontro tra culture e religioni, in una nuova guerra santa combattuta solo per vantaggi elettorali, una guerra al diverso che farebbe solo il gioco dei diversi fascismi e integralismi in campo, che siano politici o religiosi”.

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