Le indagini scattarono il 24 marzo dell’anno scorso, dopo che due banditi incappucciati ed armati di pistola fecero irruzione al supermercato Prix di via Veneto a Schio. Quella sera, i rapinatori portarono via 2mila euro in contanti dopo aver minacciato la cassiera. Durante la fuga però, un cittadino notò un’Alfa Romeo ed una Fiat Panda e descrisse le caratteristiche delle due vetture, consentendo ai carabinieri di individuare due componenti della banda sgominata all’alba di oggi con l’accusa di essere dedita a rapine e spaccio di droga. Sette i provvedimenti della magistratura, quattro le persone finite in galera.

Dietro le sbarre sono finiti Mario Comuniello, 39 anni, residente a Vicenza; Alessio Grendene, 42enne residente a Santorso; Lorenc Dakoli, 32enne albanese residente a Gambellara. Ai domiciliari è finito invece, Mario Martines, 24 anni, siciliano residente a Longare. Denunciata in stato di libertà una donna rumena di 32 anni residente a Chiuppano, accusata di aver offerto appoggio logistico ai criminali.
Erano già stati arrestati nei mesi scorsi, Luca Moro, 50 anni, di Malo e Antonio Puppolo, 27enne, di origini salernitane, ma residente ad Arzignano.
Le indagini del nucleo operativo di Schio sono state supportate da mesi di intercettazioni telefoniche e ambientali, oltre che da ore ed ore di servizi di ‘appiattamento’ che sono serviti ai carabinieri del Luogotenente Mauro Giaretta per seguire i movimenti degli indagati. Questi, secondo l’accusa, facevano rapine nell’Alto Vicentino per poi reinvestire i proventi nell’acquisto di partite di cocaina, che veniva smerciata sul territorio ai tossicodipendenti di turno.
Sarebbe opera della banda, la rapina messa a segno a Piovene Rocchette ai danni del bar Morgana.
Sarebbe infine, riconducibile agli indagati il rinvenimento di un etto di cocaina nei boschi di Arsiero. Nel corso della conferenza stampa di stamatina, il comandante della compagnia di Schio ha spiegato che nel corso delle perquisizioni domiciliari sono state rinvenute palette e materiale in dotazione alle forze dell’ordine, ma anche bilancini e oggetti con cui i malviventi mettevano a segno i loro colpi.

di Redazione Thiene on line

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