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Thiene. Intervista ad Osei il ‘Boateng del Toniolo’

Emmanuel Osei è un bravo ragazzo, come molti giovani è innamorato del calcio, lo segue, lo gioca. Forse avrebbe voluto che il suo nome diventasse famoso esclusivamente per il suo talento sul campo da calcio.Invece purtroppo oggi ha passato la giornata a rispondere al telefono ed rilasciando interviste per quel bruttissimo episodio di razzismo di cui è stato vittima orami oltre un mese fa.

Emmauel come stai?

Bene, bene grazie.

Da quanto sei in Italia?

Abito qui da oltre 12 anni. Sono arrivato qui assieme alla mia famiglia, ho studiato mi sono diplomato e ho sempre giocato a calcio, prima a Sandrigo ed ora, da un anno e mezzo al Toniolo dove mi trovo benissimo.

Ci puoi raccontare cos’è accaduto quella domenica di fine novembre?

Stavo giocando. Una partita agonisticamente piuttosto delicata ma molto corretta, dato che molti degli avversarsi dell’altra squadra erano miei ex compagni.Ad un certo punto una persona dalle gradinate verso la fascia di campo in cui facevo i miei allunghi in profondità ha cominciato ad insultarmi.

Che cosa ti urlava?

Le solite e scontate offese che si possono dire ad una persona di colore; torna in Africa, vai a vedere le patate ecc. Stupidagini infondo, ma pur sempre offese.

E tu come hai reagito?

Inizialmente non gli ho dato molta importanza ma poi, visto che continuava ad offendermi senza motivo, ho cominciato ad innervosirvi, forse ho perso la concentrazione ed il mister mi ha sostituito. Così, una volta uscito dal campo volevo raggiungere questa persona per chiederle come mai ce l’avesse così tanto con me. Ma era già andato via o forse fatto allontanare dai dirigenti della mia squadra.

Cosa provavi in quei momenti?

Beh molta rabbia, ma non gli avrei certo messo le mani addosso, solo non capivo il motivo del suo astio nei miei confronti, gli avrei solo chiesto: perché ce l’hai con me? Poi anche grazie ai miei compagni di squadra in pochi minuti ho ritrovato al calma, ed il giorno dopo è stato tutto come prima

E’ la prima volta che ti capita un fatto del genere?

Si è la prima volta per fortuna. In Italia mi trovo benissimo, ho un sacco di amici e il calcio è la mia vita. L’Italia non è un paese razzista.

Eppure è capitato anche al Milan. Cosa hai pensato quanto hai sentito del caso Boateng?

Ho rivissuto ciò che mi era successo ed ho capito perfettamente la sua reazione. Bene ha fatto il Milan a lasciare il campo.

Avrebbe potuto farlo anche la tua squadra. Sarebbe stato un bel gesto…

Non sarebbe servito a nulla. Chi mi ha insultato era solo una persona. In tutto il mondo purtroppo c’è qualche stupido…

Che cosa faresti se incontrassi per strada chi ti ha offeso?

Nulla! Non mi ricordo più neppure che faccia abbia.

Che lavoro fai oltre giocare a calcio ?

Lavoravo come operaio in una ditta di Montecchio prec.no ma ora con la crisi sono disoccupato. Cerco di darmi da fare ma riesco ad avere solo qualche lavoro a chiamata qua e la. Spero di trovare qualcosa, magari anche attraverso questo po’ di notorietà causata da questa disavventura. Chi lo sa? Magari ne esce qualcosa di positivo

 

Qualcosa di positivo c’è già Emmanuel: la tua lezione di maturità, civiltà, amore per il nostro paese. Non sai quanto bisogno ne abbia l’Italia

 

Alberto Brazzale