La casa d’appuntamento sequestrata questa volta dalla Polizia locale Nord Est vicentino non ha le caratteristiche delle operazioni antiprostituzione dei mesi scorsi. Quella che viene fuori è una vicenda drammatica, fatta di necessità economica e disagio sociale. Nell’appartamento della palazzina Rosa dei Venti in via Torino 16, svendevano il loro corpo tre italiane. Due thienesi ed una della provincia di Rovigo. Quando gli agenti hanno eseguito il blitz, le tre hanno detto che avevano perso il lavoro ed erano state costrette a mettere in vendita il loro corpo per sbarcare il lunario e portare qualche soldo a casa. “Prostituirsi è la cosa più brutta che può capitare a una donna …. ma se vuoi mangiare …”  – queste le parole messe a verbale dagli agenti, che si sono trovate dinanzi ad un caso umano molto delicato.

 

Già dalla fine del 2012 il continuo via vai di uomini,  a tutte le ore del giorno e della notte, – non era passato inosservato ed i vicini avevano palesato le loro perplessità in occasione dell’assemblea condominiale.

Recentemente i sospetti erano diventati certezze a causa di un intervento di spurgo dell’impianto fognario,durante il quale, era stato riscontrato che l’intasamento era anche dovuto alla presenza di una notevole quantità di profilattici che avevano mandato in tilt le condotte.

Messi al corrente dei fatti, agenti in borghese della polizia locale nordest vicentino hanno iniziato a raccogliere elementi investigativi. In particolare nel pomeriggio di lunedì scorso, hanno fermato e controllato un cliente che era appena uscito dall’appartamento a luci rosse. L’uomo, nonostante l’imbarazzo iniziale, non ha esitato a fornire una minuziosa descrizione delle ‘donnine’ e delle tariffe applicate.

Nel pomeriggio di venerdì inoltre, la polizia locale ha deciso di effettuare l’intervento decisivo. All’uscita di un cliente dall’appartamento, infatti, gli agenti procedevano a perquisizione trovandovi le tre donne all’interno vestite con abiti succinti. Sul comodino della camera da letto, venivano trovate le prove dell’attività svolta nel bordello:  olio e crema da massaggi, salviette umidificate, confezioni vuote di preservativi e i telefoni con le utenze pubblicizzate nei siti specializzati.  Le  prostitute hanno collaborato immediatamente, raccontando di esercitare la professione per esigenze economiche, lamentando anche un notevole calo del lavoro nell’ultimo mese nonostante i reiterati annunci su internet.

Emblematico il caso di un uomo che, avendo constatato che in corrispondenza dell’annuncio su internet non aveva trovato foto associate (a differenza di altri annunci), aveva contattato il numero in questione proponendosi di fare un servizio fotografico da pubblicare.  Previ contatti telefonici, si era recato nell’appartamento ed aveva “contrattato” il servizio fotografico, assicurando la propria disponibilità ad essere pagato con prestazione sessuale. Le donne avevano poi rifiutato nel timore che le foto potessero poi avere un altro utilizzo da parte dell’amante della fotografia.

Sono in corso accertamenti sull’attività di favoreggiamento della prostituzione, per tale motivo l’appartamento è stato posto sotto sequestro.

di Redazione Thiene on line

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