Hanno bussato ad un’altra porta, stamattina, gli ufficiali giudiziari che hanno eseguito un sequestro da tre milioni di euro ai danni dell’ex presidente di Banca Popolare di Vicenza Gianni Zonin, coinvolto nel procedimento giudiziario scaturito da una delle inchieste più scottanti che la storia italiana conosca.
Accompagnato dall’avvocato Michele Vetturi, gli ufficiali sono entrati nel palazzo di contrà Pozzetto, in pieno centro a Vicenza per mettere i sigilli a beni riconducibili a Zonin.
Si tratta di un ennesimo tassello della vicenda giudiziaria, che vede coinvolti come parti lese gli azionisti della più grande banca vicentina, che ha messo in ginocchio chi aveva creduto in quella realtà, che era ritenuta ‘cosa del territorio veneto’. Una tomba per i risparmi di anziani e famiglie che ora vogliono giustizia e che dai sequestri (quello di oggi è il terzo) vedono uno spiraglio.
L’altro giorno, gli ufficiali giudiziari avevano bussato alla porta di Gianni Zonin per sequestrare tappeti e quadri di valore, che arredavano la villa da capogiro dell’ex presidente di Bpvi. Un colpo al cuore dei beni di Zonin che ormai nessuno più vede in giro ed il cui volto è diventato l’emblema di un disastro economico, che il Veneto piangerà per bene nei prossimi decenni.
di Redazione Altovicentinonline