Natalia Bandiera
Non si placano le polemiche dopo quanto accaduto tra il sindaco di Piovene Rocchette e la dirigenza dell’Ulss 7 che, tanto per cambiare, non ha perso occasione di dimostrare arroganza nei toni istituzionali, invitando un primo cittadino a tacere dopo aver espresso preoccupazione sul taglio dei servizi del suo comune e la Casa di Comunità. L’episodio, in piena campagna elettorale, durante la quale da destra, sinistra e centro si mette la Salute al primo posto dei programmi, ha creato forte imbarazzo per quei toni discutibili. Toni che non sarebbero nuovi da parte dei vertici dell’Ulss 7, capace di cacciare giornalisti “colpevoli” di aver fatto servizi non favorevoli. E’ accaduto durante una conferenza stampa, quando un cronista di rete Veneta è stato invitato ad uscire dalla sala conferenze con il suo operatore perchè il giorno prima aveva osato realizzare un servizio non gradito dal dg. E’ accaduto a tutti coloro che hanno inviato anche semplici lettere in cui denunciavano anni di ritardi nell’appuntamento urgente di una visita. E’ accaduto ogni qual volta si tenta di riportare la verità che va contro l’imposizione di fare apparire tutto eccellente nei servizi socio assistenziali della Ulss 7. E se nelle altre Ulss c’è una comunicazione molto più empatica con i dg che spiegano con garbo, che arrivano a scusarsi con l’utenza che per mancanza di personale non riesce a soddisfare le richieste dei cittadini che necessitano di un servizio, nell’Ulss 7 si risponde facendoti passare per bugiardo, quando i bugiardi solo loro. Basta ricordare la promessa di 5 anni fa, di un centro diurno per disabili a ca’ Dotta, spacciato per un progetto per il “dopo di noi”, che ha illuso tante famiglie disperate perchè non sanno che fine faranno i loro figli non autosufficienti alla loro morte. Accade quando si inaugurano due volte Case di Comunità che sono muri senza medici. Lo fanno quando parlano della Neuropsichiatria infantile, che era un fiore all’occhiello fino a 15 anni fa e che ora è un disastro. La risposta è che le figure professionali necessarie non si trovano, quando chi c’è dentro, sa che molte di queste sono state costrette a lasciare quando è stata chiesta l’assunzione. Per non parlare del decadimento delle figure che seguono i bambini-ragazzi disabili, affidate a cooperative scelte al ribasso. Tutto preannunciato quando si poteva fare qualcosa, ma non si è fatto. Certo che l’eccellenza c’è in Veneto e consiste nello sforzo senza misura del personale sanitario che si dilania perchè ci crede, ci mette la faccia e la professionalità non sempre trovando come sponda una dirigenza empatica. Gli stessi sindaci dell’esecutivo farebbero più bella figura a lasciare poltrone che sanno solo scaldare, se assecondano, votano a favore di decisioni prese senza un confronto. E va bene che la legge Luca Zaia l’ha cambiata ed ha ridotto il potere dei primi cittadini, ma anche le riunioni tra sindaci e vertici Ulss qualcuno, a scadenza del mandato, le definisce teatrini in cui perfino i sindaci di centro sinistra hanno terrore di fiatare, ammesso che capiscano veramente di cosa si stia discutendo in quelle riunioni-farsa. D’altra parte, la conferma arriva eclatante dal caso di renato Grotto, che è l’emblema di cosa ti accade se osi solo esprimere preoccupazione per la tua popolazione anziana orfana di qualche servizio sanitario. E fino a quando anche noi giornalisti non avremo il coraggio di scrivere la verità, facendo il nostro dovere, questo rimarrà un sistema collaudato, che non difenderà il popolo contribuente, ma i soliti poteri forti, che si permettono di alzare la voce con chi gli paga lo stipendio.
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