C’è chi approfitta sempre di questi momenti per fare il vandalo ed il tifo sano, quello sportivo, è solo un pretesto.

Il risultato della finalissima del Campionato Europeo di calcio forse non era prevedibile, ma l’esplosione di gioia che ci sarebbe stata in caso di vittoria degli azzurri certo era da aspettarsela.

Già dopo il successo della nazionale di Mancini contro la Spagna nella semifinale di martedì scorso, c’era stato un’antipasto dei festeggiamenti, ma ieri dopo l’ultimo rigore fallito dagli inglesi anche i più scettici hanno rotto gli indugi e l’Alto Vicentino si è scatenato in una grande bolgia infernale durata ben oltre le due del mattino.

E se nei centri più piccoli la festa si è consumata in modo più contenuto specie attorno ai locali che si erano organizzati con schermi e tavoli all’aperto, su Schio e Thiene si sono riversate migliaia di persone armate di bandiere, fischietti e trombe da stadio che hanno tenuto svegli anche i sonni più pesanti. Caroselli scatenati, clacson impazziti, fumogeni e perfino fuochi d’artificio per una notte di grande entusiasmo e di cori scanzonati e goliardici all’indirizzo di quei britannici un po’ troppo certi del risultato.

Una festa solo in parte guastata da qualche esagerazione peraltro non gradita alla maggioranza degli spettatori – molte le famiglie con bambini –  in cerca solo di sano divertimento e di qualche risata. A Schio infatti non state poche le auto danneggiate da alcuni teppisti, che hanno colto l’occasione del momento di euforia collettiva per dar libero sfogo all’inciviltà, con vetri sfondati e rigature alle carrozzerie.

A Thiene , invece, qualche polemica per il maxischermo installato a Villa Fabris e in altri siti in città, per alcuni un ulteriore incentivo alle scene di assembramento che di fatto si sono poi inevitabilmente consumate a fine match.

Eccessi e critiche che non stravolgono comunque lo spirito di una festa tricolore,  dove il canto degli italiani è tornato a riecheggiare nelle strade e tra i più giovani.

M.Z.

 

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