Un fulmine a ciel sereno quello della morte improvvisa oggi pomeriggio di don Claudio Gioppo, il prete alpino paracadutista con quasi 52 anni di sacerdozio passati tra terra e cielo, che da poco aveva compiuto 81 anni.

Nato a Chiuppano il 28 novembre 1937, è stato ordinato sacerdote salesiano dal vescovo di Padova mons. Girolamo Bortignon il 18 marzo 1967 a Monteortone, ai piedi dei Colli Euganei. Incardinato nella diocesi di Padova dal 2008 è stato collaboratore instancabile del vicariato di Thiene mettendosi a disposizione di tutte le parrocchie specialmente a Calvene, che considerava da sempre la “sua” parrocchia, Mortisa di Lugo e Covalo di Lusiana collaborando con generosità indefessa fino a pochi giorni fa con il parroco don Giancarlo Cantarello.

Vero montanaro nel fisico e nello spirito, figura di grande carisma, è stato capo servizio assistenza spirituale del 4° Corpo d’Armata Alpino, diventando cappellano militare con la missione di seguire le giovani leve.

Una vita di dedizione passata fianco a fianco dei giovani, secondo lo spirito del suo maestro san Giovanni Bosco, assistendoli spiritualmente sia nelle caserme che nelle missioni all’estero; aveva frequentato un corso di specializzazione, prima a Bolzano e poi a Pisa, diventando un alpino paracadutista, ottenendo successivamente i brevetti di direttore di lancio, ripiegature e aviorifornitore con centinaia di lanci alle spalle.

Ombra costante dei paracadutisti ai quali forniva ascolto e comprensione, è stato un punto di riferimento fondamentale nel 1991 in Kurdistan, per il gruppo tattico dei parà della Folgore impegnati nella missione di soccorso umanitario ‘ItalforAirone’, ricevendo l’anno successivo la croce di bronzo al merito dell’esercito; per i ‘suoi ragazzi’ paracadutisti aveva scritto di suo pugno persino la ‘Preghiera dell’alpino paracadutista’.

Lasciata la Folgore nel 1992 per motivi familiari era rientrato a Padova al comando artiglieria, poi a Mantova ed, infine, era ritornato dove tutto ebbe inizio, a Bolzano, tra i suoi alpini paracadutisti dove è rimasto sette anni, fino al 28 novembre del 1999 quando si è congedato col grado di tenente colonnello.

Oggi l’ultimo volo di don Claudio è stato verso l’eternità; la liturgia funebre, presieduta dal Vicario Generale di Padova, don Giuliano Zatti, sarà celebrata sabato mattina nella chiesa parrocchiale di Chiuppano dove oggi a piangerlo è il giovane parroco don Loris Gasparella: “Ci volevamo bene a vicenda soprattutto in questi tre anni in cui abbiamo collaborato assieme; passava spesso in canonica a bere il caffè, dopo magari aver celebrato anche quattro, cinque Eucarestie festive”.

Una perdita grave per un parroco che, a tutti gli effetti, era un po’ divenuto il parroco di tutto l’Altovicentino del quale era orgoglioso di servine il gregge, qualunque esso fosse.

Addio, don Claudio con le parole ideate e scritte di tuo pugno: “Eterno, Immenso Iddio che creasti gli Infiniti spazi e ne misuraste le misteriose profondità, guarda benigno a noi, Alpini Paracadutisti, che nell’adempimento del dovere, balzando dai nostri apparecchi ci lanciamo sulle nude rocce, sui perenni ghiacciai, su ogni balza ove la Provvidenza ci ha posto a baluardo della Patria, della Bandiera.

Salvaci dal gelo implacabile, dai vortici della tormenta, dall’impeto della valanga. Proteggici nell’ardimentoso volo. La nostra giovane vita è Tua o Signore! Se è scritto che cadiamo, sia. Ma da ogni goccia del nostro sangue sorgano gagliardi figli e fratelli in numeri: orgogliosi del nostro passato, sempre degni del nostro immancabile avvenire. E Tu, Madre di Dio, candida più della neve, Tu che hai conosciuto le sofferenze e i sacrifici degli Alpini caduti, Tu che raccogli gli aneliti dei Paracadutisti vivi ed in armi, Tu benedici e sorridi al nostro Battaglione”.

 

Sandro Pozza
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