È stato trovato ieri pomeriggio, rannicchiato sotto un’auto parcheggiata, il piccolo gatto randagio con un occhio in condizioni disperate. Il felino, sofferente e spaventato, è stato notato da alcuni residenti della zona che hanno immediatamente cercato aiuto. Ma come spesso accade in questi casi, la risposta è stata il silenzio. Nessun servizio pubblico ha potuto o voluto intervenire. Solo la buona volontà di alcuni volontari ha evitato il peggio.
“Ci siamo rivolti a più numeri, ma tutti ci hanno detto la stessa cosa: se non è un animale di proprietà, non c’è nessun protocollo per intervenire”, racconta l’Ente Protezione Animali dell’Alto Vicentino, una delle persone che ha soccorso il gatto. “Così abbiamo chiamato un veterinario privato. L’intervento costerà diverse centinaia di euro, e dovremo organizzarci con raccolte fondi. Ma non possiamo voltare lo sguardo.”
La storia del micio ferito è solo l’ennesima di una lunga serie. L’assenza di un servizio pubblico strutturato per il soccorso di animali randagi feriti sta diventando un’emergenza. Le associazioni animaliste, sempre più sotto pressione, denunciano una situazione ormai insostenibile sia dal punto di vista economico che logistico.
“Ogni settimana riceviamo decine di segnalazioni. Animali incidentati, avvelenati, feriti. Ma non abbiamo i fondi né i mezzi per affrontare tutto”.
Nel frattempo, il piccolo gatto è stato sottoposto a una prima visita. La situazione dell’occhio è grave e si sta valutando un’eventuale enucleazione. Ma almeno è al sicuro, curato e protetto. Resta però la domanda che si ripete ogni volta: cosa sarebbe successo se nessuno si fosse fermato? Quanti altri animali non hanno la stessa fortuna?
“Serve un servizio di pronto intervento veterinario pubblico — concludeEnpa — perché finché dipende tutto dalle tasche e dal cuore dei singoli, sarà sempre una lotta impari. E a perderci, saranno sempre loro.”
