Era stato accompagnato alla frontiera, dopo il foglio di via e l’espulsione ed era noto per l’occupazione abusiva all’ex Hotel La Torre di Thiene, dove alloggiava con tanto di allaccio elettrico abusivo, vestiti, bici, come se fosse casa propria. Se n’era dovuto andare dopo il blitz di qualche mese fa, da parte degli agenti della questura di Vicenza e della Polizia Locale. Sono stati proprio questi ultimi a vederlo ieri, ancora a Thiene e proprio dei pressi dell’ex Hotel La Torre. Era in bicicletta con il sorriso stampato negli occhi.
Mimoun Mehdoub, 38 anni, marocchino e con una sfilza di condanne per reati contro il patrimonio, alla vista della ‘pattuglia del Consorzio Nord Est Vicentino ha pure salutato i poliziotti e quando lo hanno fermato ha esclamato: ‘E’ sempre la polizia locale a rompere’. E’ bastato poco agli investigatori del comandante Giovanni Scarpellini per capire perchè il marocchino era tornato di nuovo a Thiene.
‘Era stato accompagnato al Cie, centro identificazione ed espulsione di Caltanissetta il 24 maggio – ha spiegato Scarpellini – nella circostanza, erano state avviate la pratiche per l’imbarco per il Marocco. Ma il Marocco non ha risposto alle richieste italiane, pertanto, dopo 60 giorni trascorsi inutilmente ad aspettare, il 22 luglio scorso, sabato, il Giudice di Pace di Caltanissetta ha dovuto liberarlo. Non credevamo ai nostri occhi – ammette Scarpellini – glòi è bastato un solo giorno per ritornare a Thiene, dove lo abbiamo fermato in via Gombe. Non ci resta che attendere lo scadere dei 7 giorni previsti dalla legge in casi come questi e ripetere l’operazione di accompagnamento, sperando che il Marocco risponda nei termini previsti dalla Legge italiana (60 giorni)’.
Naturalmente, tutto questo a spese del contribuente italiano: ‘E io pago’.
N.B.