Chissà che lunedì è stato per Marcellina Leder, 64 anni il prossimo 11 settembre. È  la mamma del comboniano padre Christian Carlassare, il 43enne futuro vescovo della martoriata diocesi di Rumbek, capitale dello Stato dei Laghi, nel poverissimo Sud Sudan. E’ stato vittima di un agguato e dopo essere stato picchiato, gli hanno sparato alle gambe.

Il telefono  di Marcellina  è squillato presto: erano le 7. Con sorpresa ha risposto: solitamente Christian ha molti impegni in questo periodo, specie in previsione della Consacrazione Episcopale del prossimo 23 Maggio, solennità di Pentecoste. Dall’altra parte una voce lontana migliaia di chilometri racconta quello che una madre non vorrebbe mai sentirsi dire: ‘ hanno  sparato a suo figlio nella notte’.

‘Già operato, sta bene’ , racconta  poco dopo, mentre il figlio era in volo verso la capitale Juba, ‘mi sono rasserenata solo a sentire la sua voce’.

La preghiera non può che essere assicurata in una circostanza del genere: ‘Grazie’ ,  dice, ‘ma non pregate tanto per lui. Pregate per la gente del Sud Sudan, un popolo che conosce troppa violenza’. Come può una madre essere così “madre”? Non solo del figlio, ma in un certo senso di una comunità intera, che per mezzo di Christian le è stata affidata dalla Chiesa di papa Francesco lo scorso 8 Marzo?

Marcellina è abituata alle “bombe”: non a caso la sua data di nascita è proprio 11 Settembre; non a caso la missione del figlio è una bomba vivente. Ma, tra “bomba” e “vivente”, lei sceglie la vita. Semplicemente e umilmente la Vita.

Si ascolta increduli questa madre-coraggio che ringrazia il Signore per come è andata: ‘Bakhita – la “santa moretta di Schio” alla quale Christian, mio marito Pierantonio ed io siamo legatissimi –   deve aver posto una mano sulla testa di quegli uomini, convincendoli ad abbassare l’arma’.

Non c’è disperazione in queste parole, solo una fede asciutta e senza sbavature, non esente certo dalle preoccupazioni, ma che sa rimanere lieta anche nella tribolazione e salda nella tempesta.

‘Come famiglia ci stiamo organizzando con i voli aerei per raggiungerlo in occasione dell’Ordinazione Episcopale – si confida mamma Marcellina – e mai come ora sentiamo che la speranza deve rimanere accesa e ferma in questo frangente’.

Mamma Marcellina  ci ha preso tutti per mano come se anche noi fossimo suoi figli, e ci ha raccontato la forza della fiducia ispirata dallo Spirito. Un compito di cui le madri sanno davvero essere custodi.

Sandro Pozza

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