Aveva chiesto più volte aiuto al pronto soccorso di Santorso. Per ben 4 volte Matteo Bertoldo di Piovene Rocchette era stato visitato e poi rimandato a casa, fino al drammatico epilogo. Morendo dissanguato nel gennaio dello scorso anno in una disperata corsa in ambulanza. Ora, la Procura di Vicenza si avvia alla chiusura delle indagini per i due medici che dovranno rispondere dell’accusa per omicidio colposo.

L’inferno di Matteo. Inizia con dolori fortissimi. Sanguina copiosamente. Potrebbe essere una ciste infiammata e per questo va per la prima volta al pronto soccorso. L’attesa  però è tanta. Prima di lui ci sarebbero più di sessanta persone e gli verrebbe detto di tornare l’indomani. Cosa che farà. Il 20 gennaio del 2024 torna per la seconda volta in pronto soccorso. Viene visitato e medicato e nelle carte di dimissioni la prescrizioni di curarsi con degli antibiotici. Ma le sue condizioni di salute anziché migliorare, dopo tre giorni precipiteranno. Torna a sanguinare. Copiosamente. Una emorragia che lo spaventa e che fa partire la telefonata al 118  che invia un’ambulanza da Santorso. Trasportato d’urgenza in ospedale, i medici  fermano l’emorragia. Lo dimettono con la raccomandazione di tornare per un controllo tre giorni dopo. Cosa che farà e per la quarta volta varca la soglia del pronto soccorso: viene visitato e torna a casa. Nessun ricovero per lui e nessun altro accertamento. Ma la sera stessa il centralino del 118 torna a squillare. La chiamata parte dalla casa di Bertoldo. E’ tornato a sanguinare. La situazione appare subito disperata e Matteo già in ambulanza perderà i sensi e arriverà già morto all’ospedale.

Le indagini. Una morte che gettò nello sconforto la comunità di Piovene Rocchette, dove il tecnico di 38 anni viveva. Non solo per come era morto, ma anche per la figlioletta che restava senza un papà. Una bimba per la quale, nei giorni del funerale, venne avviata una raccolta fondi. Un decesso che oltre al dolore, lasciava tante domande e dubbi che portarono all’apertura di un fascicolo in Procura per capire le cause di questa morte avvenuta per dissanguamento. La prima consulenza chiesta dal pm portò all’iscrizione nel registro degli indagati due medici. Quelli che lo avevano visitato nel secondo e nel terzo accesso in pronto soccorso e che, secondo la Procura, avrebbero sottovalutato le condizioni di Bertoldo: quella ripetuta e copiosa emorragia non sarebbe stata innescata da una cisti, ma da un aneurisma e per lui non sarebbero bastati drenaggi e medicazioni. I due medici, secondo il pm, dovevano chiedere ulteriori accertamenti medici. E per loro ora, l’accusa di omicidio colposa e la strada di un processo che dovrà stabilire la verità su cosa accade al pronto soccorso di Santorso.

di Redazione AltovicentinOnline

Piovene. Domani i funerali di Matteo Bertoldo, morto a 38 anni per una emorragia

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