Se in Veneto la situazione è migliore rispetto ad altre realtà, è grazie a chi si è vaccinato. “Contiamo per fine settembre di aver superato l’80% di popolazione vaccinabile vaccinata.Il nostro gregge lo abbiamo sistemato, il problema sono i greggi degli altri”. Così il presidente della Regione veneto Luca Zaia, parlando della vaccinazione contro il Covid, oggi in conferenza stampa dalla sede della Protezione civile regionale a Marghera. Oggi, il presidente ha voluto accanto a se anche la dottoressa Annamaria Cattelan, primario di Malattie Infettive, che ha illustrato il quadro padovano, che non è diverso da quello delle altre realtà sanitarie venete. ‘Crescono i ricoveri, sono triplicati, ma non siamo da bollino rosso – ha detto il medico – il vaccino sta funzionando, ma chi finisce in terapia intensiva e non era vaccinato, ci dice che avrebbe voluto farlo. Sono sempre più giovani e nel nostro reparto abbiamo due giovani di 28 e 32 anni’.

Terza Dose

Secondo il presidente della Regione Veneto Luca Zaia la terza dose di vaccino contro il Covid si farà. Questo perché “vedo che altri Paesi si stanno muovendo”, spiega Zaia che caldeggia indicazioni chiare dall’Ema per poter gestire di conseguenza scorte e organizzazione. “Su molti fronti noi siamo stati dei grandi innovatori, sul fronte della vaccinazione giustamente c’è prudenza ma quando tu vedi Israele che vaccina, la Francia che vaccina, gli Stati Uniti, e se non sbaglio anche la Gran Bretagna ha reintrodotto il tema della terza dose…”, prosegue Zaia evidenziando che è difficile pensare che si possano prendere strade diverse. In ogni caso, “ci diranno qualcosa, siamo a fine agosto e margine ce n’è ancora, ma per noi significa centri vaccinali da tenere aperti e 1.600 persone da dedicare tutti i giorni non agli ospedali ma ai centri vaccinali”.

Focolai in case di riposo

Con la vaccinazione di ospiti e operatori, il dilagare del Covid nelle case di riposo del Veneto pareva essersi fermato, ma oggi si tornano a contare due focolai in altrettante strutture per un totale di 43 contagi. A fare il punto è l’assessora regionale alla Sanità e al Sociale Manuela Lanzarin, che durante la conferenza stampa del presidente della Regione Luca Zaia dal centro della Protezione civile di Marghera comunica i dati. In una struttura di Mezzane, in provincia di Verona, sono risultati positivi 14 ospiti e cinque operatori, di cui un ospite e due operatori non vaccinati. Un ospite positivo è stato ricoverato in ospedale e si tratta del primo ricovero per Covid di un ospite di Rsa da diversi mesi. In una struttura di Cartigliano, Vicenza, sono invece risultati positivi 19 ospiti e cinque operatori, di cui due ospiti e due operatori non vaccinati. In entrambe le strutture tutti gli operatori positivi risultano asintomatici, mentre tra gli ospiti positivi alcuni presentano qualche linea di febbre. “Le strutture hanno riattivato i protocolli dividendo gli ospiti positivi dai negativi e creando aree grigie per gli ospiti che sono negativi ma sono stati a contatto con i positivi”, spiega Lanzarin. Al momento le strutture sono state chiuse alle visite dei famigliari.

Gimbe: ‘Il vaccino sta funzionando’

“Nelle ultime tre settimane abbiamo assistito ad una sostanziale stabilizzazione dei contagi settimanali. La percentuale di ospedalizzazioni è molto inferiore rispetto allo stesso numero di casi delle ondate precedenti, è circa la metà. Questo vuol dire che il vaccino funziona”. Lo ha detto il presidente della Fondazione Gimbe, Nino Cartabellotta, ospite a Radio Cusano Campus del contenitore ‘L’Italia s’è desta’, trasmissione condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti.

“Nel quadro nazionale si innestano differenze regionali importanti – ha proseguito – e questo dipende dalla circolazione del virus, dalla copertura vaccinale e dalla percentuale di over 50 non vaccinati.La Sicilia ha la quota più alta di over 50 non vaccinata, mentre la Puglia la più bassa e la differenza si vede. Bisognerà vedere se con la riapertura delle scuole cambierà qualcosa dal punto di vista dei contagi”. Cartabellotta si è poi soffermato sull’importanza della campagna vaccinale, che “ha permesso di salvare la stagione turistica estiva, questo possiamo dirlo tranquillamente”.

Il presidente della Fondazione Gimbe ha poi invitato a tenere alta l’attenzione per quanto riguarda “l’emergere di nuove varianti e anche sul potenziale calo della copertura vaccinale, ovvero la possibilità che la protezione del vaccino possa diminuire col tempo. La protezione vaccinale rimane molto alta per ricoveri e decessi, mentre sul contagio stiamo iniziando a vedere un lieve calo della protezione”.

Cartabellotta si è inoltre detto preoccupato per i 3 milioni e mezzo di cittadini over 50 non ancora vaccinati e ha spiegato che “questo si può tradurre in un numero più alto di ospedalizzazioni che può determinare nuove chiusure. Più persone arrivano in ospedale per covid e meno posto c’è per i malati di altre patologie. Questo è un elemento che deve passare nella comunicazione pubblica, il ragionamento sull’obbligo vaccinale va in questa direzione”.

Dal presidente della Fondazione Gimbe un pensiero, infine, al mondo della politica. “La copertura dovuta alla campagna vaccinale – ha dichiarato – consente alla politica di rischiare di più con le riaperture. È chiaro che però tutta una serie di falle, come quella degli over 50 non vaccinati, devono essere coperte. Bisogna affrontare l’arrivo della stagione autunnale, il verosimile declino della copertura vaccinale col tempo, l’ipotesi di nuove varianti più resistenti al vaccino, ma è verosimile che non ci siano più chiusure come quelle che abbiamo visto in passato” ha concluso.

 

 

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