Una lamentela risuona attraverso le mura dell’ospedale di Santorso, portando all’attenzione il caso di Federica Santacatterina e di suo figlio minore, il quale ha vissuto un’esperienza che definire disagevole è riduttivo.

Martedì 23 gennaio 2024, la signora Santacatterina, per evitare lunghe attese al pronto soccorso, si è rivolta al medico di base dopo che il figlio di 17 anni si era fatto male a casa. Dopo un’approfondita visita, il medico ha emesso un’impegnativa per eseguire raggi urgenti. La madre, seguendo la procedura, si è recata con il figlio nel reparto di radiologia a Santorso, pagando il ticket.

“Il radiologo ci aveva avvisato che, in caso di frattura, avremmo dovuto recarci al pronto soccorso per la visita ortopedica. Ed è proprio ciò che è accaduto. Quando il referto è stato consegnato, ci hanno indirizzato al pronto soccorso. Alle 15.20, siamo giunti al Triage,” racconta la signora Santacatterina.

Tuttavia, l’infermiere al Triage ha risposto in modo sorprendente: “Torni a casa e si ripresenti domani mattina alle 8. L’ortopedico lavora fino alle 14.”

La signora Santacatterina, sbalordita, ha esclamato: “Ma state scherzando?” L’infermiere avrebbe a quel punto confermato, secondo il racconto della signora, che dal primo di gennaio, per via delle nuove procedure, l’ortopedico termina il suo turno alle 14.

Il giorno successivo, i due sono tornati in ospedale alle 7.40 per essere pronti alle 8 come richiesto in triage, ma sono stati informati che l’ortopedico avrebbe effettuato la sua visita solo dopo aver fatto il giro del reparto. Per questo motivo l’incontro con il medico è avvenuto poco prima delle 9.

“Sono sconvolta da questa situazione. Un ospedale come l’ULSS7, con il suo bacino di utenza, non dovrebbe avere un solo ortopedico che lavora fino alle 14. E se ce n’è solo uno, è un’assurdità. Non era una frattura esposta, ma comunque una mano rotta. In fabbrica si lavora fino alle 18. Posso capire se il medico fa turni più lunghi e posso accettarlo alle 21, ma alle 14? Non accetto questa mancanza. Hanno suggerito che l’ortopedico poteva essere in sala operatoria, ma anche in quel caso, c’è un solo ortopedico in tutto l’ospedale?”

Il giorno dopo, mercoledì mattina, l’ortopedico ha proceduto con un’ingessatura, prescrivendo nuovi raggi dopo 7 giorni. La signora Santacatterina ritiene che l’attesa possa aver compromesso la situazione, poiché il referto attuale indica una “Frattura plurilineare minimamente angolata al III distale della diafisi del V metacarpo.”

Alla luce di queste circostanze, abbiamo contattato l’ospedale di Santorso per ottenere una risposta ufficiale per questa vicenda nello specifico e sulla gestione di casi simili. Al momento, non è stata ricevuta alcuna dichiarazione ufficiale. La vicenda solleva questioni importanti sulla disponibilità e accessibilità dei servizi ortopedici presso l’ospedale di Santorso, sollecitando una riflessione sulle condizioni dei pazienti in attesa di cure.

Aggiornamento – Santorso, 1 febbraio – L’agonia della famiglia Santacatterina si intensifica con una nuova e scioccante rivelazione. La signora Santacatterina ha confermato oggi che, nonostante il figlio sia stato portato per una visita di controllo, la frattura iniziale si è scomposta nel corso della settimana. Nonostante le richieste di spiegazioni, l’ortopedico non è stato in grado di fornire risposte chiare.

Laura San Brunone

Ti è piaciuto questo articolo? Condividilo su:
Stampa questa notizia