L’accusa è pesantissima: atti sessuali su una minorenne. Questo il reato contestato a F.D., insegnante del liceo Martini di Schio, finito dietro le sbarre del carcere di Vicenza. Nei confronti del professore residente nell’Alto Vicentino, sposato e padre di un bambino piccolo, l’accusa di avere avuto una relazione con una studentessa, con la quale avrebbe avuto rapporti sessuali. Contro l’insegnante ci sarebbero indizi di colpevolezza schiaccianti, raccolti dalla Guardia di Finanza, dopo la denuncia nei suoi confronti. Pedinamenti e foto ‘incastrerebbero’ l’uomo che ora è dietro le sbarre su decisione del gip Maria Elena Pinna, che ha accolto la richiesta del pm vicentino Maria Trenti. Indagini svolte dagli investigatori delle Fiamme Gialle fuori dall’istituto scolastico, dove sarebbe solo nata la relazione tra docente e studentessa.
I contorni della vicenda sono stretti nel massimo riserbo di inquirenti e investigatori, che cercano di tutelare la giovanissima presunta vittima, che aveva meno di 16 anni quando si sarebbero svolti i fatti contestati dall’accusa.
Una doccia gelata per i familiari dell’arrestato che è molto conosciuta nell’Alto Vicentino. Persone stimate dalla comunità che stanno cercando di capire come si sia svolta la vicenda, i cui particolari lasciano spazio a delle ipotesi sulle quali solo gli investigatori potranno portare piena luce.
La storia del professore arrestato ha iniziato a fare il giro di Schio, dopo che ieri mattina, i militari della Guardia di Finanza hanno eseguito una perquisizione al liceo Martini, dove, su decreto dell’autorità giudiziaria, hanno passato al setaccio cassetti e materiale nella disponibilità dell’insegnante finito sotto inchiesta. Il provvedimento cautelare in carcere lascia supporre che ci fosse un pericolo di inquinamento delle prove, che invece dovranno essere raccolte nella fase dell’indagine preliminare. L’arresto non è prova di colpevolezza e le indagini sono in corso per capire se la denuncia mossa contro l’insegnante sia fondata.
Dei fatti è stato subito informato il Provveditorato agli Studi.
Data la delicatezza del caso, è giusto essere cauti e per questo motivo, abbiamo deciso di pubblicare solo le iniziali dell’indagato, che ha un bambino piccolo che va protetto.
Natalia Bandiera