E’ una truffa vile che ha come vittime le persone più fragili ed indifese della nostra società. Quelle che spesso tengono tutto dentro per il pudore di apparire degli sprovveduti,  agli occhi dei figli e dei nipoti.

Sarebbero le truffe perpetrate ai danni di altrettanti anziani, messe a segno da finti poliziotti, carabinieri ed avvocati, capaci di portare via botte di  3-4mila euro. Circa una decina quelle denunciate in tutto l’alto vicentino.  E non si osa pensare al numero di vittime a cui potrebbe essere mancato il coraggio di rivolgersi alle forze dell’ordine.

La tecnica è sempre la stessa, quella della telefonata da parte del finto maresciallo, o dell’avvocato, che anche con modi bruschi spiega alla vittima che il figlio, o il nipote, è stato arrestato perché ha provocato un incidente. Truffatori che senza tanti giri di parole, fanno leva sull’agitazione che mettono nella loro vittima, chiedendo soldi per pagare un’improbabile cauzione.
“Se vuole che suo figlio non resti in carcere, deve pagare subito la cauzione: sono 4mila euro”. Una richiesta urgente, come a volere sottolineare che il destino del loro congiunto è appeso solo al portafoglio, o al conto in banca, dell’anziana vittima.
“Si deve sbrigare però. Ora mando un mio collega a prendere i soldi: prepari quanto le ho chiesto e vediamo di fare tornare a casa suo figlio”. E se i soldi racimolati non bastano, vanno bene anche i gioielli di famiglia. E se questi non ci sono “ci dia il bancomat, andiamo a prelevare in banca”.

Un raggiro organizzato, anche fin troppo bene, con dei truffatori seriali che sanno bene come scegliere le loro ‘prede’. Pensionati tenuti d’occhio per qualche giorno, raccogliendo ogni dettaglio utile a fare quando è il momento giusto per agire. Un piano criminale preparato ad hoc, conoscendo anche gli spostamenti di figli e nipoti, con la telefonata che arriva in casa destabilizzando, e gettando nel panico, le vittime.

Le ultime 4 si contano nel giro di un paio di giorni, a danno di persone non sempre vecchissime, ma che cadono comunque nella trappola dell’uomo dalla parlantina incisiva. Appena qualche giorno fa, dalla pagine del nostro giornale, avevamo denunciato quanto accaduto alla coppia di Torrebelvicino, raggirata da un finto ispettore della Questura. Che potrebbe essere lo stesso che ha portato a termine le truffe nell’hinterland scledense.

Era emerso anche durante il bilancio annuale dell’attività svolta dei carabinieri, l’unico tipologia di reato che registra un’impennata. Truffe sul web o ad anziani che diventano esponenziali sotto le feste natalizie.

di Redazione AltovicentinOnline

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