Un giovane nigeriano che tenta di gettarsi dal terzo piano della struttura che lo ospita e la Polizia Locale che lo salva tenendolo di peso mentre lui penzola nel vuoto, vicini di casa e coniugi ai ferri corti che si minacciano e depressione dilagante.
E’ una vera e propria escalation di trattamenti e accertamenti sanitari obbligatori (T.S.O. e A.S.O.) che si è registrata a Schio e nei comuni limitrofi, dove la Polizia Locale del comandante Giovanni Scarpellini ha impiegato ben 113,25 ore di servizi per interventi su soggetti con problemi di tipo psichiatrico.
Il 60% in più rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, da aprile ad agosto, dove le ore di servizio si erano attestate a 70,25.
“E’ evidente che il lockdown, per quanto necessario, ha inciso notevolmente sull’equilibrio dei soggetti più deboli”, ha spiegato Scarpellini. Ma sono anche alcuni psicologi del territorio ad aver confermato che il ‘fermo’ dovuto all’emergenza coronavirus, con il cambiamento drastico di abitudini e le paure per il futuro, ha provocato problemi.
L’episodio più eclatante accaduto nel territorio riguarda un 23enne nigeriano richiedente asilo, domiciliato a Schio in un appartamento gestito da un Onlus e protagonista di alcuni episodi violenti. Alla vista degli agenti, che erano intervenuti per calmarlo e valutare il suo stato, il ragazzo è corso in cucina e dopo aver agguantato un coltello con il quale ha minacciato gli agenti, si è lanciato dal una finestra del terzo piano.
Con grande spirito di iniziativa e professionalità, uno degli agenti è riuscito ad afferrarlo al volo e, con l’aiuto degli altri colleghi, con grandi difficoltà sono riusciti a riportarlo in salvo, nonostante il giovane opponesse resistenza attiva dimenandosi per gettarsi nel vuoto.
Ad immortalare l’episodio un vicino di casa, che ha assistito all’incredibile scena. Il ragazzo è stato quindi sedato e portato all’ospedale di Santorso per accertamenti nel reparto di psichiatria.
di Redazione Altovicentinonline